a cura di Grazia Russo
31 marzo, martedì Beniamino
I tabù sacrali e i tabù rituali
Nel mondo agro-pastorale il tabù era imposto o per ragioni religiose o per motivi rituali.
Fanno parte dei tabù sacrali, quelli che attengono alla sfera religiosa: dal divieto di deporre la panella capovolta nella madia, che portava nella parte superiore il segno della croce, al divieto di trattenere il treppiede nel camino acceso, perché, secondo un’informatrice di Lioni, attira le bestemmie di chi non ci vuole bene.
È, inoltre, vietato scuotere, dopo cena, la tovaglia lasciando cadere le briciole di pane sul pavimento, perché così si butta fuori la grazia di Dio.
Il divieto di spazzare la sera perché, col favore delle tenebre, le anime dei morti tornano a far visita ai luoghi dove hanno vissuto.
E poi il divieto alle donne di pettinarsi di venerdì, soprattutto se in quel giorno ricorre San Michele, San Pietro e l’Epifania.
Appartengono ai tabù rituali i seguenti divieti, alcuni di essi affondano le loro origini nel paganesimo:
Mai lasciare il cappello sul letto, forse perché quando muore un uomo in casa, gli si pone il cappello ai piedi.
Non si può guardare il piccolo mentre dorme, forse perché al piccolo si provocherebbe un forte mal di pancia che disturba il sonno.
È di cattivo augurio dormire coi piedi rivolti alla porta, perché in quella posizione un defunto viene portato via nella bara.
Le forbici, aghi e spilli non vanno mai prestati a parenti e vicini, perché si rischierebbe di litigare.
Non bisogna pettinarsi di sera, perché potrebbe uscire il diavolo per insidiare i cristiani, mostrandosi magari in un aspetto gradevole.