(Riceviamo e Pubblichiamo). Eh si, l’emergenza serve in questi giorni in Campania per mettere a nudo i vecchi mali del Mezzogiorno. Quelli che non hanno risparmiato anche la nostra Regione, dove alle chiacchiere alle minacce di usare i lanciafiamme, non fanno seguito invece azioni concrete per evitare contagi nelle strutture ospedaliere, dove medici, infermieri e personale sanitario continuano a lottare quasi a mani nude contro il “mostro” invisibile. Ho visto e letto con rabbia, anche se in una situazione di normalità sarebbe stata invece più consona una pernacchia, del sopralluogo eseguito dall’Unità di Crisi della Regione Campania al Moscati di Avellino. Una vera e proprio presa in giro inutile e anche come hanno spiegato gli stessi operatori sanitari una “passerella”, la solita di chi è abituato a tagliare nastri e fare proclami, ma alla fine non va al cuore del problema. Vorrei solo ricordarvi quella davanti alla Clinica Parco degli Ulivi e quella davanti alla sede della Protezione Civile di Lauro (a proposito, che fine ha fatto il progetto dell’Asl di adeguare ed acquisire la sede?). Ma la ciliegina sulla torta sono le mascherine. Si, proprio loro. Quelle introvabili che invece vengono distribuite con tanto di foto propaganda da altri soggetti noti. Penso alla parata fotografica del presidente del Parco del Partenio Iovino e la distribuzione urbi et orbi scattata in ogni comune. Ma che fine hanno fatto le necessarie e normali consegne di dispositivi di protezione individuale che in un Paese serio sarebbero fatto normale ed invece si trasformano nell’ennesima elemosina o spot pubblicitario da postare sui social? Vedo troppa spettacolarizzazione e poca concretezza in questi giorni. E anche per le presenze in giro, mi riferisco a quelli che si impegnano in passerelle ed elemosine, penso che da loro neanche la quarantena ci salverà purtroppo. Giuseppe Rubinaccio