a cura di Grazia Russo
8 aprile, mercoledì San Dionigi di Corinto, vescovo
Proverbio: Quando piove con il sole
il diavolo fa l’amore.
Fa l’amore con la sua donna
che lo afferra per le corna!
Nell’immaginario popolare il diavolo si presenta come una figura semiumana, con corna, coperto di peli irsuti e zampe da caprone. Ride soddisfatto se una persona ruba, uccide e bestemmia. Invece, piange se un cristiano perdona a chi gli ha fatto un torto, se un avaro fa l’elemosina o se un peccatore si pente in punto di morte.
Rare volte l’uomo riesce ad ingannarlo, più spesso è una donna, anzi una vecchia che ne sa una più del diavolo. Come in un racconto di Salza Irpina, in cui, la protagonista riesce a raggirare il demonio rifilandogli una gatta in un sacco, facendogli credere che era la sua anima, in cambio di una borsa di sonanti ducati.
Per esorcizzare il nemico di Dio c’era una grande quantità di preghiere, oggetti apotropaici e di pratiche magiche.
Per scongiurare l’apparizione in strada, soprattutto di notte, per prima cosa ci si faceva il segno della croce.
Altri usavano una formula per allontanare il maligno: “Sotto terra sprofondasti e là in fondo ti perdesti. All’inferno fa’ ritorno, brutta bestia con le corna!”
Per altri ancora bastava portare uno scapolare e invocare la Madonna, al cui nome il demonio si dilegua all’istante, tra rumori di catene e lampi di fuoco, e infine lascia una nauseante puzza di zolfo.
Provvidenziale risulta il suono di una campana che riesce a mettere in fuga il diavolo. Però, egli, ne approfitta durante il periodo della quaresima, quando le campane venivano legate, soprattutto nella settimana santa, fino a sabato giorno in cui suonavano a gloria.