Sono bastati pochi giorni , in alcuni casi poche ore – dichiara Piernazario Antelmi, Delegato Regionale del WWF ITALIA per la Campania – e dopo il lockdown è successo qualcosa di indescrivibile ed inaccettabile ai danni dell’ambiente e della natura in Campania. Prima il fiume Sarno, poi i Regi Lagni ed infine il fiume Agnena si sono tinti dei colori tipici del peggiore inquinamento e gli odori nauseabondi, per esempio alla foce dell’Agnena, tra Castel Volturno e Mondragone, sono insopportabili, senza dimenticare l’incendio all’Adler di Ottaviano dove oltre alle vittime tra gli operai il rogo ha sprigionato nell’area sostanze inquinanti. Ieri sera – continua Alessandro Gatto, coordinatore regionale della vigilanza ambientale volontaria del WWF Italia per la Campania – abbiamo seguito a distanza (perché siamo ancora costretti a stare a casa per il rispetto del lockdown) le operazioni della Guardia Costiera e dei tecnici dell’ARPAC che si sono recati alla foce dell’Agnena. Il WWF è pronto a scendere in campo sia con le proprie guardie volontarie, sia nella costituzione di PARTE CIVILE NEI PROCESSI CONTRO I CRIMINALI che hanno prodotto questi disastri ambientali in così poco tempo. C’è da evidenziare che SICURAMENTE si tratta, in tutti i casi di inquinamento del Sarno, dei Regi Lagni e dell’Agnena, di attività di aziende che non rispettano la LEGGE, sia per la quantità di liquami, sia per la rapidità di sversamento degli stessi. Quindi siamo di fronte a REATI AMBIENTALI MOLTO GRAVI.
Per il WWF, è fondamentale uno sforzo il più possibile indirizzato a fare coincidere le misure di sostegno post-fase di emergenza dell’epidemia con le misure per la mitigazione della crisi climatica. In particolare il nuovo debito deve essere il più possibile condizionato alla coerenza degli obiettivi climatici.
Il rischio che nuovo debito incrementi il lock-in degli investimenti non è sostenibile per un sistema economico che dovrà ripagare il debito per l’emergenza Covid-19 e contestualmente sostenere gli investimenti per la mitigazione ed adattamento al cambiamento climatico. In altre parole, rischiamo di rimanere intrappolati nell’economia del passato e di porre lavoratori e aziende in una situazione di crisi permanente e di lunghissima durata.
Temiamo un pericoloso ritorno alla “normalità” .