Nel proseguire le interviste ai professionisti che si occupano di bambini, oggi parleremo della scuola ai tempi del Coronavirus. Dopo il pediatra dott Carlomagno e la psicologa dott.ssa Avanzo, ho il piacere di fare qualche domanda al dirigente scolastico dell’istituto comprensivo “F.lli Mercogliano – C. Guadagni”, la dottoressa Pasqualina Nappi.
Quanti plessi dirige e come gestisce le diverse esigenze didattiche in questo periodo di emergenza? L’Istituto Comprensivo “F.lli Mercogliano – C. Guadagni” è costituito da n.8 plessi dislocati sui Comuni di Cimitile e Comiziano, comprende tre ordini di scuola: Infanzia, Primaria e Secondaria di I grado.
L’emergenza sanitaria dovuta al Covid-19 ci ha lanciato, come anche tutti gli altri settori lavorativi, nel vuoto, volendo usare una metafora, soprattutto durante la prima settimana necessaria per riflettere, individuare gli strumenti e le strategie adeguate per affrontare la situazione che coinvolgeva, in primis, gli alunni delle diverse fasce di età ma anche tutto il settore amministrativo. Per gli alunni si è cominciato ad organizzare i contatti e, nel frattempo, sono state avviate le procedure atte ad avviare la Didattica a Distanza quali: ricerca di piattaforme più adeguate anche in funzione della fascia di età degli alunni fruitori, contratti per utilizzo piattaforme con normativa a riguardo, chiusura dei plessi, organizzazione per lo smart working del personale amministrativo, organizzazione della formazione docenti, rimodulazione delle Unità di Apprendimento, nell’ambito del Curricolo verticale d’Istituto, progettate il cui svolgimento era previsto in questo periodo, turnazione del personale ATA fino alla chiusura completa per ordinanza regionale, avvenuta dal 23 marzo a tutt’oggi, salvo per attività indifferibili e con un numero molto limitato di personale. In effetti abbiamo distribuiti devices informatici agli alunni, grazie alla collaborazione dei Carabinieri di Cimitile, assessore al Welfare del Comune di Cimitile e Polizia Locale del Comune di Comiziano. Nel frattempo si seguiva tutta l’abbondante normativa in merito, per tenerci informati ed essere pronti a rispondere, nei limiti del possibile, a gestire nuove situazioni ed emergenze. Penso che, sicuramente, mi sfugge qualcosa, ma non è semplice riassumere tutto quanto necessario per una nuova organizzazione a cui nessuno era preparato.
Trova utile la didattica a distanza per tutte le età? E’ indiscutibile che sia utile, in quanto la didattica a distanza rappresenta comunque un continuum nel processo di educazione, formazione ed istruzione che altrimenti sarebbe interrotto, però è diversa. Diversa rispetto a quello che tutti noi pensiamo quando parliamo di didattica soprattutto per la scuola del I ciclo; si pensa alla scuola con la consueta routine dell’ingresso, delle svariate attività da svolgere, dei compagni, dei docenti e bidelli, della campanella, dei momenti di festa e di prove, etc… Diversa perché, fondamentalmente, cambia l’approccio comunicativo che è certamente più adeguato per gli adulti (cfr. Università e mondo del lavoro ove possibile). In effetti, da un momento all’altro, tutti noi docenti, alunni, genitori e personale ci è venuto a mancare la “presenza”, la possibilità di utilizzare il linguaggio verbale e non verbale fondamentale nel quotidiano rapporto che si svolge a scuola.
Avete fatto degli acquisti per supportare le nuove modalità di studio e per l’organizzazione della scuola a settembre con regole sanitarie precise da rispettare?
Grazie al D.L. n.18 del 17 Marzo 2020, convertito nella L. n.22 del 27 Aprile 2020, sono stati assegnati alle scuole dei finanziamenti per supportare la didattica a distanza; siamo riusciti ad acquistare devices, a distribuirli oltre quelli già dati in comodato d’uso in possesso della scuola; un finanziamento per acquistare prodotti per la sicurezza del personale e pulizia dei locali scolastici come indicato nelle ultime normative in merito, quali visiere, tute, occhiali, gel sanificante, distributori di gel, termometri ad infrarossi.
C’è ancora da continuare ma la difficoltà consiste nell’offerta del mercato; sia per i devices che per i prodotti, di cui sopra, è stato difficile e lungo il reperimento. Magari dopo la riapertura di tutte le altre attività sarà più facile reperire quanto necessario al fine di avere quantità sufficienti almeno per il primo trimestre.
Relativamente alla normativa sulla sicurezza essa è in continuo divenire, in quanto sono ancora in corso studi e confronti per definire un protocollo, ma nel frattempo aggiorniamo, pubblicando anche sul sito della scuola, le continue raccomandazioni definite in corso d’opera.
C’è ancora da continuare ma la difficoltà consiste nell’offerta del mercato; sia per i devices che per i prodotti, di cui sopra, è stato difficile e lungo il reperimento. Magari dopo la riapertura di tutte le altre attività sarà più facile reperire quanto necessario al fine di avere quantità sufficienti almeno per il primo trimestre.
Relativamente alla normativa sulla sicurezza essa è in continuo divenire, in quanto sono ancora in corso studi e confronti per definire un protocollo, ma nel frattempo aggiorniamo, pubblicando anche sul sito della scuola, le continue raccomandazioni definite in corso d’opera.
Chi, secondo lei, tra gli alunni che frequentano l’infanzia, la primaria e la secondaria di I grado (media) sta subendo di più questa mancata frequenza della scuola e perché? Ritengo che a tutti manca la scuola, anche a me mancano i rumori della scuola, gli alunni, i docenti, i genitori; manca la socialità, a cui nessuno può sottrarsi, che costituisce la componente fondamentale delle dinamiche sottese al processo di apprendimento (cooperative learning, peer to peer, etc..). La scuola è il luogo proprio preposto alla socialità vista sia come learning organization che come luogo dove si comincia a fare esperienza di cittadinanza attiva, si impara a confrontarsi in modo democratico, ci si comincia ad orientare sui propri talenti e sui propri obiettivi, si impara a rispettare le regole, etc…
Cosa pensa dell’idea del ministro Azzolina di divedere la classe metà in presenza e l’altra in video/collegamento dal casa? Ritengo che sia un’idea come altre che si sono dette che potrebbe anche andare bene ma, in questo caso, dipende molto dai contesti territoriali in cui si trova la scuola. Qualsiasi soluzione venga trovata bisogna, comunque, prendere atto che non si potrà mai replicare la scuola come fatta fino agli inizi di marzo. Finché non termina l’emergenza a livello mondiale comunque tante attività e consuetudini non potranno essere svolte come in precedenza. La scuola, come la intendiamo noi, è una di questa ma possiamo sempre migliorarci e rendere più fruibile ed agevole la didattica a distanza (ho saputo di finanziamenti proprio alle famiglie per comprare computer e connettività) qualora dovesse continuare; pensiamo, invece, positivo che tutto andrà nel migliore modo possibile e potremo ritrovare la “scuola”.
La sua posizione in merito alle bocciature, sei politici e debiti da recuperare a settembre. C’è ancora molta confusione a riguardo. Proprio il 16 Maggio u.s. sono state emanate due Ordinanze dal Ministero della Pubblica Istruzione che regolamentano la valutazione finale per gli alunni del primo ciclo e lo svolgimento dell’Esame di Stato conclusivo del I ciclo d’istruzione. Nello specifico, è previsto il piano di apprendimento individualizzato per alunni con insufficienze da svolgere preferibilmente durante la pausa estiva redatto dai docenti delle classi e il piano di integrazione per l’apprendimento da realizzare per l’inizio del prossimo anno scolastico in cui si vanno a riprogettare le Unità di Apprendimento inserendo le tematiche propedeutiche agli apprendimenti futuri svolte in questi tre mesi, per consolidarle. Non è, in poche parole, solo un recupero, è un aspetto strutturale della didattica e del processo di apprendimento.
Un consiglio da parte sua ai genitori degli alunni della Scuola dell’infanzia? Nell’emergenza, il passaggio temporaneo dalla relazione in presenza ai legami educativi a distanza richiede una rinegoziazione del rapporto tra insegnanti e genitori in quanto sia i genitori sia le insegnanti vengono osservati nella loro realtà domestica: se con la relazione in presenza la famiglia entra nella scuola e vi porta i propri modelli educativi, le proprie origini culturali, i propri vissuti, i propri principi e valori, le proprie esperienze, ora è la scuola ad entrare nella famiglia, sia dei bambini sia dei docenti. La didattica a distanza con bambini nella fascia di età tre-cinque anni richiede necessariamente la mediazione dei genitori, i quali – ancor più che nella scuola in presenza – assumono un ruolo attivo di partner educativi. Alle insegnanti vengono richieste sensibilità e apertura al dialogo e al confronto, ai genitori vengono richiesti rispetto dei ruoli e collaborazione attiva. È opportuno rinegoziare spazi e tempi, rispettando l’intimità e le complessità portate dall’eventuale smart working dei genitori, concordare i momenti dell’incontro e della separazione, individuare insieme gli strumenti e le proposte più accessibili e più gradite. In bambini piccoli fondamentale è costruire un nuovo senso dell’autonomia.
Stiamo lavorando anche per questo, nel caso che non si dovesse rientrare a settembre; alla luce di un documento redatto dalla Commissione Infanzia del MPI che fornisce le linee di indirizzo per la didattica a distanza per i bambini possiamo muoverci con più sicurezza, consapevoli dell’importanza delle esperienze in questa fascia d’età.
Un consiglio da parte sua ai genitori degli alunni della Scuola dell’infanzia? Nell’emergenza, il passaggio temporaneo dalla relazione in presenza ai legami educativi a distanza richiede una rinegoziazione del rapporto tra insegnanti e genitori in quanto sia i genitori sia le insegnanti vengono osservati nella loro realtà domestica: se con la relazione in presenza la famiglia entra nella scuola e vi porta i propri modelli educativi, le proprie origini culturali, i propri vissuti, i propri principi e valori, le proprie esperienze, ora è la scuola ad entrare nella famiglia, sia dei bambini sia dei docenti. La didattica a distanza con bambini nella fascia di età tre-cinque anni richiede necessariamente la mediazione dei genitori, i quali – ancor più che nella scuola in presenza – assumono un ruolo attivo di partner educativi. Alle insegnanti vengono richieste sensibilità e apertura al dialogo e al confronto, ai genitori vengono richiesti rispetto dei ruoli e collaborazione attiva. È opportuno rinegoziare spazi e tempi, rispettando l’intimità e le complessità portate dall’eventuale smart working dei genitori, concordare i momenti dell’incontro e della separazione, individuare insieme gli strumenti e le proposte più accessibili e più gradite. In bambini piccoli fondamentale è costruire un nuovo senso dell’autonomia.
Stiamo lavorando anche per questo, nel caso che non si dovesse rientrare a settembre; alla luce di un documento redatto dalla Commissione Infanzia del MPI che fornisce le linee di indirizzo per la didattica a distanza per i bambini possiamo muoverci con più sicurezza, consapevoli dell’importanza delle esperienze in questa fascia d’età.
Ultima domanda. Cosa si aspetta per la riapertura a settembre? Spero vivamente che torniamo tutti insieme ma non so dirle altro, mi sono abituata a ripetere che “navighiamo a vista”.
Felice Sorrentino