Una lite, avvenuta nella notte tra il 24 ed il 25 maggio a Gragnagno, ha provocato la morte, per accoltellamento, di un 16nne ed il ferimento di un ragazzo di 17 anni.
Sull’episodio, accaduto in via Vittorio Veneto, sta indagando la Polizia di Castellammare di Stabia che sta cercando di riscostruire i fatti. Il ragazzo ucciso è nipote del boss ergastolano Nicola Carfora.
“ La Polizia sta indagando per cercare di capire i motivi e le modalità con cui sono avvenuti i fatti, per ora si sa poco. Ciò che è sicuro, però, è che quando si appartiene a famiglie camorriste non si può far altro che seguire la strada e l’esempio dei propri familiari e così si danno luogo ad episodi di violenza come questo, che è costata la vita ad un ragazzo giovanissimo, lo dicono i dati, e questo di Gragnano è solo l’ennesimo esempio. I criminali educano i propri figli a diventare belve assetate di sangue. Cosa sia spetta, allora, ad intervenire, a prendere delle contromisure? La soluzione può essere soltanto una: levare nei casi più gravi e comprovati la patria potestà ai camorristi poiché non sono in grado di fare i genitori, non sono in grado di trasmettere ai propri figli valori diversi da quelli della criminalità, della violenza e della sopraffazione ed allora bisogna dare ai loro figli la possibilità di avere un futuro migliore, nella legalità e nel rispetto della vita e dei diritti umani.”- sono state le parole del Consigliere Regionale dei Verdi Francesco Emilio Borrelli.