Oggi la Chiesa celebra san Giuseppe Cafasso, sacerdote piemontese, nato da una famiglia contadina e profondamente religiosa, originaria dell’Irpinia tra Altavilla e Pietrastornina; a scuola andava abbastanza male ed inoltre il suo parlare era sommesso, a 13 anni fu mandato dai genitori a studiare il latino a Chieri, divenne prete a 22 anni ed entrò nel Convitto ecclesiastico torinese del teologo Luigi Guala, dove i neo-sacerdoti potevano approfondire le loro conoscenze. Entrato come allievo, Cafasso vi rimase prima come insegnante, poi come direttore spirituale ed infine come rettore. Padre spirituale, direttore di anime, consigliere di vita ascetica ed ecclesiastica, formatore di sacerdoti, a loro volta formatori di altri preti, religiosi e laici, in una sorprendente ed efficace catena. Divenne amico di don Giovanni Bosco e lo consigliò, indirizzandolo ad aiutare i ragazzi poveri di Torino; a Torino era popolare, in particolare per l’aiuto offerto ai carcerati, anche col supporto morale alle loro famiglie, venne definito «il prete della forca» perché spesso si presentava alle esecuzioni capitali seguendo il condannato a morte fino al patibolo per abbracciarlo e farlo sentire amato, trattava i suoi «santi impiccati» come «galantuomini», tanto che il colpevole sentiva così forte l’amore paterno da piegarsi e desiderare di morire per arrivare presto in Paradiso con Gesù, come il buon Ladrone, crocefisso sul Calvario; patrono dei carcerati e dei condannati a morte.2
23 giugno: beata Maria di Oignies, fondatrice delle Beghine, nata in una famiglia belga benestante era molto religiosa e appena raggiunse i quattordici anni, per distoglierla dal pensiero di farsi monaca, i genitori combinarono il matrimonio con un pio giovane, dopo alcuni anni di felice vita matrimoniale, tra lo sconcerto dei parenti, i due bravi coniugi decisero, di comune accordo, di dare i propri beni ai poveri per ritirarsi in un lebbrosario, a Willambroux, per servire i malati, si racconta che Maria avesse ricevuto le stimmate, all’età di 30 anni, con il permesso del marito, si ritirò in una comunità di conversi, ossia di suore e fratelli laici, coordinata da un gruppo di preti, fra cui Jacques de Vitry, futuro Cardinale d’Acri in Palestina e protettore del movimento delle beghine, ben 12 anni prima di San Francesco si racconta che Maria avesse ricevuto le stimmate