di Gianni Amodeo
Che sia difficile da assimilare e superare il trauma innescato dall’arresto del sindaco Antonio Carpino, nell’intero quadro politico, a Marigliano, non c’è alcun dubbio. E’ difficile, in primo luogo, per i partiti di centro-sinistra, che nella coalizione a sei rinnovata appena qualche giorno prima dell’arresto della scorsa settimana, avevano confermato all’unanimità la candidatura di Carpino, in rappresentanza del Partito democratico, per la guida dell’amministrazione. Una conferma nel segno della continuità, con equilibri e rapporti, di cui Carpino era garante e catalizzatore, alla luce della capacità di guida e gestione dell’amministrazione esercitata nel quinquennio di mandato in scadenza.
E, per la situazione determinatasi, la sola scelta del nuovo candidato–sindaco si complica e pone non pochi problemi alla coalizione di centro-sinistra che,invece, sembrava filare a vele spiegate con liste e candidature pronte,ma che, allo stato attuale, devono essere se non ri–viste, certamente ri–calibrate negli indirizzi e negli orientamenti personali. Uno stop a sorpresa, senza dire delle impreviste e imprevedibili ricadute di giudizio e valutazione che saranno generate nella libera opinione pubblica da quelle che sono finora le risultanze dell’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Napoli, culminate nell’arresto shock del “Primo cittadino”, e che si manifesteranno nel segreto delle urne; risultanze che, inutile nasconderlo o ignorarlo, della città hanno dato una rappresentazione tutt’altro che positiva, facendo emergere il malaffare dell’intreccio tra politica e camorra che avrebbe fortemente condizionato l’esito delle elezioni del 2015 , incidendo, per oggettivo riflesso di ordine politico, sulla stessa formazione del Consiglio comunale. E in una città di trenta mila abitanti, qual è Marigliano, il voto d’opinione ha una sua incidenza tutt’altro che relativa, diversamente dalle realtà dei piccoli comuni, in cui nell’esito delle “amministrative” prevalgono in rilevante misura e corposità sia le componenti familiari e familistiche, di ordine clientelare e assistenziale, sia i favoritismi e le promesse di favori, riducendo ai minimi termini proprio il voto della libera opinione pubblica.
Ma se il centro-sinistra versa, quanto meno, in doverosa pausa di riflessione e s’interroga sul proprio ruolo nella grave fase di crisi che attraversa la politica in città , è del tutto evidente anche il disagio del centro-destra, che, pure ha svolto in Consiglio comunale un attivo e importante ruolo nei banchi della minoranza, per impedire negli ultimi cinque anni ulteriori e pesanti distorsioni urbanistiche con i connessi scempi edilizi, così come si profilavano con il Puc adottato nel 2017, che prevedeva la realizzazione di 2500 appartamenti, e mai reso vigente con l’approvazione definitiva, alla pari di altri strumenti di pianificazione varati negli anni precedenti, per essere inesorabilmente dirottati sui binari … del nulla. E’, quello del centro–destra, il disagio di uno schieramento che non ha ancora trovato la quadratura di programma praticabile e di guida necessarie per essere compagine a più anime e sensibilità in grado di polarizzare ed esprimere affidabilità e quella credibile capacità d’amministrazione forte ed operosa, di cui Marigliano ha bisogno, a cominciare dalle scelte in materia di normale governo del territorio. E Marigliano, dal 1990 non è riuscita a dotarsi di un regolare strumento di pianificazione urbanistica ed edilizia; una carenza che parla da sola ed è “espressiva” di quel vuoto normativo che fa da brodo di coltura di speculazioni e illegalità di vario genere e combinazione, da sempre diffuso nella grande maggioranza dei Comuni della Campania.
In questo quadro, si innesta l’appello di Sebastiano Sorrentino, uomo delle Istituzioni, sia in ambito cittadino che nel Consiglio regionale della Campania, ma soprattutto figura di sicuro spessore politico, che si richiama al popolarismo moderato e democratico, ed imprenditore largamente accreditato. E’ una “Lettera aperta” di passione e cuore, ma anche improntata da forte realismo, diretta alla città e ai cittadini, per rappresentare le ragioni del superamento dei partiti e degli schieramenti operanti sul territorio con le loro dinamiche di esclusiva appartenenza particolaristica e degli “ottusi radicalismi”; è l’appello a costruire il buon governo di Marigliano.
Sotto questo aspetto pone in risalto che la sua “non è una candidatura, bensì la disponibilità a contribuire ad un cambiamento di rotta e di passo. Una disponibilità ad unificare e non a dividere. Perché il tempo e lo spazio di Marigliano hanno bisogno di concretezza e esperienza”. Sottolineato che la sua storia politica e personale è sotto gli occhi di tutti e che non rinnega affatto,essendone pienamente fiero “perché è coerente con il legame profondo e indissolubile con il territorio e la mia gente”, Sorrentino evidenzia come proprio questo legame sia stato ed è, la sua guida costante nella quotidianità dell’impegno nel lavoro e nelle Istituzioni. “Una scelta di appartenenza –scrive- che mi ha portato gioie e dolori,ma che non ho mai tradito né mai tradirò”. E non manca la stoccata polemica, che ha tutta l’apparenza di essere rivolta al Pd locale. “Le chiacchiere di quelli che fino ad oggi hanno dato il cattivo esempio, sono buone solo per generare equivoci e sospetti e possono durare di un click sul web o lo spazio di un post sui social”.
Un passaggio della “Lettera aperta” è riservato da Sorrentino al sindaco Carpino e alla vicenda che lo ha coinvolto. “Nel dare sostegno– scrive- all’operato delle forze dell’Ordine e al lavoro della Magistratura, la mia coscienza civica mi spinge ad esprimere in pubblico e in privato la solidarietà a Antonio Carpino e alla sua famiglia. Nella consapevolezza che non esistono condanne prima del giudizio e con l’augurio che il sindaco uscente riesca a chiarire nel più breve tempo e nel miglior modo possibile l’accaduto”.
Da evidenziare, infine, la nota del segretario del Circolo cittadino del Partito democratico, Carmine Napolitano, che annuncia l’intervento degli organi disciplinari del Pd di Napoli nei confronti degli iscritti che si allontanino o dissocino dalla linea ufficiale dei dem. Non è detto esplicitamente, ma la nota pare avere quale destinatario Sebastiano Sorrentino, che non ha ancora proposto alcuna personale candidatura, come si è evidenziato. Ma sembra già essere fuori dal perimetro del Pd. Per capirne e saperne di più, bisognerà attendere l’evoluzione dei fatti. Siamo a circa tre settimane dal deposito ufficiale delle liste per il voto del 20 settembre.