- a cura di Federica Guerriero
La moderna cultura gastronomica ha un debito di immensa gratitudine con Pellegrino Artusi, scrittore e autore de “La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene“, un volume, che ancora oggi conta un grande numero di edizioni – solo l’Artusi ne curò 15! – oltre ad una vastissima diffusione e che raccoglie ben 790 ricette, che spaziano con dovizie di annotazioni, riflessioni e aneddoti dell’autore, dai brodi ai liquori, passando attraverso minestre, antipasti (anzi “principii”), secondi e dolci, con un’approccio pratico e didattico.
Pubblicato nel 1891 a spese dell’autore “pei tipi dell’editore Landi“. Prima edizione: 1.000 copie, il volume rappresentò un vero e proprio spartiacque nella cultura gastronomica dell’epoca che, grazie all’Artusi diede dignità alle frammentate tradizioni regionali, valorizzando una tradizione gastronomica “nazionale”.
Nato a Forlimpopoli il 4 agosto 1820, da Teresa Giunchi e Agostino, Pellegrino Artusi fu dèdito agli affari di famiglia e, poi, all’attività commerciale, coltivando, però, sempre le sue passioni per la letteratura e la cucina.
I primi libri furono pubblicati a sue spese, senza, però, quel grande successo che, invece, sarebbe arrivato anni dopo con “La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene“.
Ancora oggi le sue riflessioni sono un esempio virtuoso per le nuove generazioni di cuochi che si affacciano all’arte culinaria.
L’Artusi ci ha aperto la strada per conoscere noi stessi e la nostra nazione, un cucchiaio alla volta. Ora tocca a noi prendere in mano il nostro futuro culinario. Basta aprire il libro: approfonditelo e lo scoprirete ancora pieno di sorprese. (Massimo Bottura, ristampa anastatica prima edizione, Giunti 2011)