Laura Patrizia Cagnazzo, vice presidente (AssoMiMe): “Il ministro Azzolina non può dire che va tutto bene. Linee guida non adeguate all’eventuale evoluzione pandemica. In aumento la frustrazione di classi sociali meno abbienti e difficoltà di inclusione per i bambini con disabilità. Scuola spaesata, ma decisa e viva nella sua azione didattica. Non possiamo mandare tutto alla deriva”
CAMPANIA. “La Scuola non è arrivata impreparata all’inizio del nuovo anno scolastico, ma le linee guida recepite erano insufficienti e non adeguate all’eventuale evolversi della situazione epidemica in tutta Italia. Didattica in presenza significa sicurezza per studenti, docenti e personale, oggi occorre evitare ogni tipo di contagio. Sono stati persi mesi importanti per ridurre il divario del device digitale per la didattica a distanza, oltre che per prevedere sostegni per le fasce familiari più deboli e progettualità di inclusione per i bambini con disabilità. Il monitoraggio del contagio Covid-19 deve avvenire di settimana in settimana”. Interviene sull’emergenza scuola la professoressa Laura Patrizia Cagnazzo, docente e vice presidente AssoMiMe (associazione Mezzogiorno Italia Mediterraneo Europa) – Dipartimento Istruzione e Formazione.
Ieri, al margine del tavolo tecnico convocato dal presidente Vincenzo De Luca con i rappresentanti del mondo della scuola, i sindacati, la Direzione scolastica, il direttore dell’USR Luisa Franzese, i dirigenti delle Asl, dell’ospedale Santobono e i componenti dell’Unità di Crisi, è stata discussa l’ipotesi della ripresa della didattica in presenza, almeno per i primi due anni della scuola primaria, ed è stato illustrato il dato epidemiologico che riguarda questa e le altre fasce di età scolastica, onde tenere sotto controllo e monitorare il dato della primaria tra 10 giorni. Il governatore ha destinato ulteriori fondi, inoltre, per il trasporto con l’aggiunta di 250 bus di società private.
“Il ministro Azzolina non può affermare che va tutto bene – sottolinea la vice presidente Laura Patrizia Cagnazzo, concentrandosi su tutte le criticità emerse dai vertici regionali – Non va bene proprio nulla. La trasmissione del virus è virulenta e velocissima. Il ministero, invece di investire tutti i fondi in banchi con le rotelle, mascherine e gel, avrebbe dovuto prevedere in tutti gli istituti impianti di purificazione dell’aria e di aerazione. Sperimentiamo una condizione di grande precarietà per il futuro della scuola rispetto alla circolazione del virus. La Salute è primaria rispetto ad altre esigenze ed è condivisibile la posizione della Uil Scuola sulla necessità di un monitoraggio costante dell’evoluzione epidemiologica e di informazione a tutti gli enti preposti”.
Si assiste ad un aumento della frustrazione delle classi sociali meno abbienti nel reperire connessioni, banda larga, strumentazioni digitali. La difficoltà di gestire i bambini della primaria dinanzi ad un Pc, senza tralasciare le regole della Pedagogia dell’età evolutiva rispetto alla necessità di inclusione, permettendo ai bambini con difficoltà di entrare in relazione con i propri coetanei non isolandoli. Il monitoraggio costante con screening di massa necessita, però, di protocolli e procedure standard per ampliare il numero di centri di analisi in ausilio delle Asl, ormai allo stremo. Carenze, inoltre, nelle Usca (le unità comunali) e scuole di specializzazione in Medicina a numero chiuso che impediscono la formazione di nuove generazioni di personale sanitario.
“La questione scuola è molto poliedrica. Occorre andare oltre ogni forma di strumentalizzazione. La Scuola è spaesata, ma decisa e viva – insiste la vice presidente Cagnazzo nella sua analisi – Noi docenti siamo motivati perché la nostra deontologia ci porta a stare vicino ai nostri studenti, a sostenerli, incoraggiarli, comprenderli, soprattutto per quei giovani che sono in isolamento perché positivi o asintomatici. La scuola lamenta ancora il caos delle graduatorie e la mancanza di molti docenti: soltanto in questi giorni si stanno svolgendo i concorsi. La comunità scolastica, nel permanere di tali condizioni, guarda al futuro con tante perplessità. Sicuramente sarà un anno difficile da affrontare, ma porteremo al termine anche questa volta il nostro progetto educativo e formativo”.
E aggiunge: “Non vogliamo e non possiamo mandare tutto alla deriva. Noi docenti affrontiamo la pandemia con enorme impegno. Se davvero tutto si fermasse, i nostri allievi comunque non resterebbero isolati. Nella nostra progettazione triennale (PTOF) è stata integrata la DDI e si attiveranno anche i percorsi di educazione civica. La DDI ci mette tutti in condizione di lavorare con nuove metodologie e consoliderà anche le competenze digitali di tutti gli studenti e la classe docente, attraverso l’utilizzo delle diverse piattaforme adottate. Ovviamente non è quello che noi docenti avremmo auspicato, ma è l’unico modo per reagire e gestire la complessità della situazione”.