La Federazione Italiana Teatro Amatori (FITA) al tavolo permanente per lo spettacolo con alcune proposte concrete e chiarimenti sulla realtà odierna del no-profit culturale
Il primo incontro è fissato per giovedì 10 dicembre
Modulare un sostegno economico proporzionato, che dimostri un riconoscimento del ruolo del teatro amatoriale e faccia superare il senso di disinteresse e di abbandono maturato nell’ultimo periodo; e ancora, programmare misure per la ripresa dell’attività dello spettacolo dal vivo, assegnando al teatro amatoriale il compito di ricostruire il rapporto tra lo spettacolo e il pubblico in particolare nelle realtà provinciali e in quelle marginali delle grandi città.
Queste, in estrema sintesi, le principali proposte che la Federazione Italiana Teatro Amatori – con i suoi 25 mila iscritti organizzazione di punta del settore – porterà giovedì 10 dicembre al tavolo permanente per lo spettacolo attivato dal Ministero per i Beni e le Attività culturali, riassunte in un articolato documento che evidenzia anche il contributo del teatro amatoriale nel settore dello spettacolo dal vivo.
“Oggi il teatro non professionistico – commenta Carmelo Pace, presidente nazionale FITA – non è solo quello puramente hobbistico delle filodrammatiche e dei dopolavoro di un tempo. È una realtà profondamente mutata sul piano del riconoscimento giuridico degli enti, nonché dell’assetto economico e organizzativo, e dell’offerta culturale”.
“Sul fronte economico – precisa Pace –, pur distinguendosi per la natura no-profit, le nostre associazioni operano come piccole imprese, con la sola differenza che eventuali ricavi non vengono distribuiti tra i componenti, ma reinvestititi totalmente nell’attività stessa: quindi hanno entrate e uscite, bilanci da far quadrare, imposte da pagare, investimenti di cui rispondere. I nostri iscritti non hanno subìto a livello personale il pesante contraccolpo sopportato dai lavoratori dello spettacolo, ai quali fin da subito è andata e continua ad andare tutta la nostra solidarietà. Ma è doveroso segnalare come l’emergenza sanitaria abbia procurato danni ingenti anche al nostro settore: basti pensare ai costi di produzione anticipati per spettacoli poi sospesi, alle spese fisse per il mantenimento delle sedi, al rimborso di biglietti già venduti; e così pure a tutto l’indotto professionale che gravita attorno al nostro comparto, sul fronte artistico, tecnico, logistico, gestionale e dei servizi”.
“Oltre ad alcune proposte concrete – conclude il presidente Pace –, il contributo che intendiamo portare al tavolo permanente è una visione di prospettiva che, superata l’emergenza, coinvolga tutte le componenti dello spettacolo dal vivo per riportare il pubblico nei teatri, anche utilizzando nuove modalità e nuove forme di destinazione delle risorse economiche”.