A Natale, le bolle dell’egoismo e dell’individualismo si dissolvono e come per magia quel senso di comunità irrompe impetuoso in tanti rivoli riversandosi in un unico corso.
Tutti in viaggio nella stessa direzione: compatti, uniti, stretti, gioiosi nel percorso, tra canti, balli e spari, con uno straordinario carico d’energia che si potenzia con la partecipazione di ognuno.
Anziani e giovani superano i recinti generazionali. Insieme, in un unico abbraccio, concorrono a rendere l’evento unico, speciale.
Una comunità, che con un movimento emozionante, coinvolgente, con ritmo esalta la propria vitalità raccolta intorno al Maio: simbolo di una tradizione ancorata nei tempi remoti. Ha conservato con costanza la propria memoria, superando momenti drammatici e catastrofici nei diversi periodi storici. Quest’anno, in piena pandemia, è chiamata a esibire una prova di valore e di qualità rispetto alle condizioni d’impraticabilità della celebrazione.
Bisogna ricercare la soluzione nei valori e nel significato della tradizione.
Se manca il movimento con la sua anima, non vi è albero che si sorregga!
Ogni iniziativa senza quella linfa e quella vibrazione è sterile, dissonante, perdente.
E’ del tutto evidente che, nel giorno di Natale, la città di Baiano non può riportare una resa a un nemico perfido, invisibile, che spezza gli abbracci, distanzia i contatti. Deve andare oltre, frantumare i luoghi comuni, e pur nelle condizioni di restrizione offrire scelte ragionate, dense di significato e simboli.
Quel vuoto sul sagrato della chiesa, a mio avviso va colmato con un Maio di luce dominante: un cono luminoso potente che punta verso il cielo e sul quale proiettare l’immagine del Santo, visibile da ogni parte del territorio.
Nel bosco d’Arciano, l’albero scelto, MAIO 2020, va allestito nel suo ambiente con creatività e devozione: custodito e tutelato come un monumento naturale, segnando il percorso per raggiungerlo.
Angelo Piciullo