“La Provincia torni ad essere il luogo della progettazione e della pianificazione a vantaggio dell’intera comunità irpina. Soprattutto sul fronte delle infrastrutture, dei collegamenti stradali e dell’edilizia scolastica. In questi anni su questo terreno è stato fatto poco o niente. Dobbiamo recuperare questa latitanza mettendo in campo energie, idee, capacità di coinvolgimento del territorio”. Lo dichiara Rino Buonopane, candidato alla presidenza della Provincia di Avellino.
“Il primo strumento da attivare è quello di un ufficio di piano nel quale vengano coinvolti tecnici realmente capaci di progettare – spiega Buonopane – L’Irpinia è disseminata di opere infrastrutturali realizzate subito dopo il terremoto dell’80. Oggi queste opere necessitano di interventi strutturali immediati. Faccio riferimento a viadotti, ponti, gallerie, tutto ciò che quanto è viabilità. Ma anche all’edilizia scolastica di competenza della Provincia, le scuole secondarie quindi, con le annesse strutture sportive di pertinenza degli stessi istituti. Esistono appositi finanziamenti erogati dalla Regione Campania proprio per coprire le spese di progettazione. A questi la Provincia deve poter accedere per sostenere le proprie progettazioni, ma anche per supportare gli uffici tecnici comunali che sono, come si sa, a corto di personale, con organici sottodimensionati rispetto alle esigenze delle amministrazioni comunali. Ecco cosa significa svolgere un ruolo di coordinamento, un ruolo su cui in questi anni la Provincia ha completamente latitato”.
“Poi a questo – così conclude Rino Buonopane – si aggiunge il capitolo dedicato al PNRR. Che finora è rimasto uno slogan vuoto pronunciato da chi, evidentemente, non ha compreso il rilievo della vicenda. La Provincia è in netto ritardo. C’è bisogno, infatti, di accelerare per farsi trovare pronti rispetto ai bandi di prossima uscita. Soprattutto su questo fronte l’amministrazione provinciale dovrà riuscire ad essere realmente luogo di coordinamento e di sintesi. In questa fase vanno coinvolti anche gli ordini professionali tecnici. Il loro contributo può essere prezioso nell’attività di lettura del territorio e dei suoi bisogni. Fare in modo che la Provincia esca dall’isolamento nel quale è stata ricacciata in questi ultimi tempi e diventi centro nevralgico delle politiche di sviluppo territoriali. La sfida è ambiziosa, ma sono certo che possiamo farcela se sapremo introdurre un nuovo approccio ed un nuovo metodo basati sulla coesione sociale e sulla collaborazione istituzionale e politica”.