È abbastanza recente la notizia circa la partnership tra il famosissimo chef stellato Nino Di Costanzo ed Identità Mediterranea, l’associazione di Castel San Giorgio fondata da Gaetano Cataldo che segue il progetto Mosaico per Procida, frutto di un’idea di Roberto Cipresso mirato a realizzare la bottiglia celebrativa in omaggio a Procida Capitale della Cultura 2022. Il vino bianco celebrativo, prodotto a tiratura limitata per circa 6000 bottiglie ed annessi magnum, verrà data come omaggio ad autorità e vip come simbolo di ospitalità da parte del comune di Procida e la raccolta fondi, cui ha appunto aderito il patron del Danì Maison, avrà come obiettivo, oltre alla realizzazione del packaging e quant’altro, di iscrivere il comune dell’isola partenopea nelle liste di Città del Vino e fare in modo che diventi meta enoturistica, oltre che contribuire alla realizzazione di una replica del costume ottocentesco della Graziella.
Sostiene Gaetano Cataldo: “Dopo aver accuratamente selezionato le cantine in tutta la regione in base a criteri di territorialità, sostenibilità, qualità ed etica produttiva, non potevo che auspicarmi fosse un ristorante di così alto rilievo come il Danì Maison ad essere il primo ad aderire e questo perché è noto il radicamento dello chef Di Costanzo con la terra di origine, la bellissima Ischia, il suo fiero senso di appartenenza alla napoletanità ed alla Campania in generale. Ciò non soltanto mette in condizione al progetto di proseguire in perfetto allineamento coi valori condivisi tra tutti noi, le istituzioni che ci hanno assegnato il patrocinio morale e gli imprenditori che ci hanno dato fiducia, bensì ci consente di ribadire, vista la rarità ed il grande appeal di questa icona enologica, la necessità di affidarla nelle mani competenti degli specialisti della ristorazione che hanno particolarmente a cuore questa nostra Terra, che oggi più che mai è sotto attenta osservazione e richiede coesione, partecipazione ed intelligenza imprenditoriale collettiva.
Effettivamente un ottimo esordio quello di Identità Mediterranea nel trovare consenso in Nino Di Costanzo quale primo uomo nella ristorazione a credere in un assemblaggio di tante masse di vino, inedito nel suo genere, e raro nel suo concetto di limited edition, che lascia ben sperare nella selezione degli altri ristoranti, non più di 20-25, vocati a gestire una bottiglia destinata a far parlare di sé.
Nino di Costanzo è nato ad Ischia nel 1972, scoprendo la passione della cucina grazie a sua madre e sua nonna ad appena 11 anni, si iscrive all’Istituto Alberghiero dell’isola dove uscirà col diploma chef di cucina nel 1988 per poi incamminarsi nel mondo del lavoro in diverse aree d’Italia e all’Estero, ritrovandosi a collaborare con i grandi maestri dell’alta cucina quali Gualtiero Marchesi, Gaetano Trovato e Juan Mari Arzak. Dopo il suo rientro ad Ischia, ben consapevole delle sue potenzialità, assistiamo all’escalation del vulcanico maestro di cucina: conquista la sua prima stella Michelin proprio ad Ischia, precisamente a Casamicciola Terme, ad appena sei mesi dall’apertura del ristorante il Mosaico, situato all’interno dell’Hotel Manzi e, a poco meno di un anno di distanza da questo riconoscimento, ecco che arriva la seconda stella, l’onorificenza di Grand Chef e la carica di Ambasciatore Relais Chateaux. Al culmine del successo, e dopo essere stato insignito anche del ruolo di ambasciatore della cucina tradizionale nel mondo, ecco una nuova svolta con l’inaugurazione del Daní Maison nel 25 maggio del 2016… in appena quattro mesi due stelle Michelin, tre forchette ed il premio novità dell’anno del Gambero Rosso, poi i quattro cappelli della guida dell’Espresso ed il premio locale dell’anno per il Mattino. En plein! La cucina di Nino di Costanzo è un lavoro di testa, mani e cuore che avvolge l’ospite già a partire dal raggiungimento della meta, immersa nella macchia mediterranea ischitana, poi nell’impatto visivo delle opere d’arte disseminate nella proprietà, le note di Pino Daniele e la vibrazione sensoriale procurata dalla sua arte, che qui descriviamo con le sue stesse parole:
“Dunque, scelta della materia, cura dei dettagli e sapienti abbinamenti capaci di esaltare ogni singolo ingrediente che, pur nella complessità della proposta, deve essere individuabile e riconoscibile, anche dai palati meno educati. Ricerca tecnica ed innovazione sulla tradizione, la tradizione non deve essere considerata un elemento statico, ma qualcosa di dinamico, che si evolve nel tempo ed io sono alla continua ricerca di questo mutamento nella tradizione pur rispettando pienamente i sapori, gli odori, le consistenze di una volta”.