di Gianni Amodeo
“Non sono più la giovane docente sempre in viaggio per convegni di studio e di divulgazione, ma una nonna ormai che continua a definirsi una storica senza scarpe e mai stanca che s’aggira in una casa – vive e risiede ad Avellino, n. d. r. – sommersa di libri e riviste specializzate. Una storica con pantofole, per dirla con una formula tanto cara ad Alberto Cavaglion, docente all’Università di Firenze ed autore di importanti e basilari saggi per la conoscenza dell’Ebraismo, oltre che attento curatore con Laqueur e Baumel del Dizionario dell’Olocausto, e senza dire degli analitici commenti che ha tratteggiato sull’epistolario di Felice Momigliano con Giuseppe Prezzolini e Benedetto Croce; commenti che squadernano scenari di vasto respiro, nel rappresentare la realtà politica e culturale europea ed italiana nel convulso e confuso primo cinquantennio del ‘900”.
Parla così di sé con garbato vezzo di autoironia, Gaetana Aufiero, che per quarant’anni è stata ordinaria di Materie letterarie e Storia nei Licei e negli Istituti statali d’Istruzione superiore, sviluppando e conservando inalterato negli anni un cordiale e franco senso d’amicizia con tante generazioni di giovani, di cui è stata docente. Una limpida testimonianza di duttile capacità d’ascolto e incontro, che va al di là della deontologia professionale, coniugata con l’incisiva presenza nella vita culturale dell’Irpinia, partecipando con utili contributi di riflessione alle attività sia delle Scuole che delle Associazioni e Circoli d’impegno e volontariato civico.
E’ un percorso ch’è venuto praticando all’insegna della scrittura con romanzi e racconti, testi teatrali rappresentati in Istituti scolastici, sillogi di composizioni poetiche; percorso, di cui tanta parte coincide con la ricerca scientifica ad ampio raggio, con cui si nutre la Memoria storica in generale, ben sapendo avvalersi, in particolare, dello scandaglio ricognitivo, che fa emergere aspetti e profili caratterizzanti della Storia politica e sociale contemporanea della provincia di Avellino, per darne contezza con la pubblicazione di monografie e articoli giornalistici. E’ il versante che negli anni ‘80 ha condotto la professoressa Aufiero ad acquisire documentazioni, testimonianze dirette e indirette, a lungo avvolte dall’oblio, se non del tutto rimosse, sulla presenza in Irpinia, tra il ’39 e il ’43, di tre campi d’internamento civile, destinati ad “ospitare” avversari del fascismo. Un corposo materiale inedito, che costituisce un significativo tassello de “I campi del Duce“, l’importante opera, in cui Carlo Spartaco Capogreco, a sua volta, ha ricostruito l’intera mappa e la vita che si svolgeva nei campi d’internamento civile sul territorio nazionale, per il progetto con cui il governo mussoliniano puntò ad isolare e a reprimere con il duro regime poliziesco il dissenso politico, mentre si consumava la tragedia della guerra e si eseguivano le deportazioni degli ebrei nei lager, in applicazione delle leggi razziali e anti–semite del ’38.
Da Flumeri a Monteforte Irpino
La Memoria che si fa storia
Da questa piattaforma di presenza e impegno culturale, tracciata per sommi capi, la professoressa Gaetana Aufiero riprende i tradizionali incontri con giovani e meno giovani sulla Memoria che si fa storia, per comprendere il presente e guardare al futuro con la maggiore consapevolezza possibile. Un conversare, promosso e favorito con varie iniziative dalle Scuole in Irpinia, mentre la pandemia allenta la presa aggressiva durata due anni, per quanto la prudenza e le cautele di protezione personale e collettiva anti virus debbano essere costantemente praticate ed osservate. Si rilancia in questa prospettiva il senso della didattica aperta che si declina con la socialità discorsiva, utilizzando al meglio il web, grazie ai link–ponte con pluralità di destinazioni.
E’ la metodologia già ben utilizzata il 26 gennaio scorso, in anticipazione della Giornata della Memoria, per rivisitare i meccanismi della perversione scientifica e della crudeltà umana, con cui la Germania nazista ed hitleriana, realizzò lo sterminio di milioni di ebree ed ebrei. Una rivisitazione, affidata alla connessione–web, con cui Gaetana Aufiero ha conversato con le terze classi dei plessi di Scuola media dell’Istituto comprensivo Benedetto Croce, con sede centrale a Flumeri, a cui si rapportano le Scuole, operanti in vari Comuni dell’ Alta Irpinia. Ed è la stessa modalità di connessione web, con cui la professoressa Aufiero incentrerà la conversazione in agenda giovedì dieci febbraio – alle ore 11,15– con le sei comunità delle terze classi del plesso di Scuola media dell’Istituto comprensivo Salvatore Aurigemma, a Monteforte Irpino.
Sotto i riflettori i territori e la vita dei popoli sulla linea di confine del Nord–Est d’Italia con la vasta area slava. Uno scenario attraversato con asprezza e atrocità infinite da due guerre mondiali e laceranti conflitti etnici e inter-etnici. Un tracciato per riscoprire la Venezia Giulia, l’Istria e la Dalmazia, ma anche e soprattutto il valore della solidarietà tra i popoli, andando oltre e rimuovendo odi, vendette e violenze. Una prospettiva di speranza disegnata con vigore dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel recente incontro con il Presidente della Slovenia, Borut Pahor, focalizzando simbolicamente il processo di pacificazione in atto tra i popoli che s’affacciano su quel confine. Come dire che, non c’è più spazio e motivo di Memorie divise, bensì un luogo, una Città, Nova Gorica, non più separata e divisa da Gorizia, in cui saranno raccolte le condivise Memorie di tutti. Un messaggio in chiaro di Pace da far valere, quello lanciato da Sergio Mattarella e Borut Pahor, ben nitido e forte, per l’ Europa su cui soffiano venti di guerra
E’ il messaggio che arriva dalla Memoria della Shoah e dalla Memoria delle Foibe.