Agricoltori e allevatori da tutta la Campania questa mattina in piazza Amendola a Salerno per chiedere a Governo e Regione un intervento forte per chiedere interventi immediati per l’agroalimentare Made in Italy e difendere l’economia, il lavoro ed il territorio, contro speculazioni e rincari. La Coldiretti regionale ha aderito alla grande mobilitazione per gridare la propria intenzione di non volersi fermare, nonostante siano sempre più strozzati dalle speculazioni. In cinquecento i soci scesi in piazza, guidati dal vicepresidente nazionale di Coldiretti Gennarino Masiello e dal direttore regionale Salvatore Loffreda, insieme ai presidenti e direttori delle cinque federazioni provinciali.
“La difficile situazione congiunturale determinata dal significativo aumento del costo dell’energia e dal parallelo aumento dei mangimi e dei concimi – si legge nella missiva inviata al presidente Draghi e consegnata a tutti i Prefetti della Campania – sta facendo venir meno una soglia di ‘soddisfazione’ per l’andamento delle imprese che stava risalendo e mettendo radici a partire dagli anni difficili che hanno fatto seguito alla grande crisi, prima finanziaria poi economica, del 2009. Una soglia di soddisfazione che nel giro di pochi mesi è crollata dal 38% al 20%. Al di là di questo vissuto, a preoccuparci, tuttavia, sono soprattutto l’oscurità̀ e l’incertezza per il futuro, con oltre 1 impresa su 5 (21%) che si dichiara incerta circa la situazione economica della propria impresa nei prossimi 12 mesi. Coldiretti e i suoi associati nel corso della loro storia, hanno sempre saputo che la ‘stabilità’ costituisce il più̀ prezioso dei terreni per garantire sviluppo e benessere. Il suo Governo rappresenta in questo momento, l’unica chiave di possibile stabilità per il paese anche grazie all’impegno e ai progetti del Pnrr, che offrono prospettive all’Italia. Ci rivolgiamo quindi a lei, nella consapevolezza che lei possa creare le condizioni per uscire da un’impasse, determinata dai rincari energetici e dall’affaticamento dell’apparato burocratico ministeriale. Per dare respiro al mondo agricolo e restituire ad esso traiettorie di speranza e di futuro le risorse ci sono e non sono mai state così elevate.
Le chiavi normative per farlo hanno soltanto bisogno di essere adeguatamente efficientate. È urgente che almeno una parte delle risorse del Pnrr già stanziate per l’agricoltura, come gli 1,2 miliardi per i contratti di filiera e 1,5 miliardi per il fotovoltaico senza consumo di suolo, vengano messe a disposizione quanto prima delle nostre imprese con semplici decreti ministeriali. Già così parte di un’incertezza che sta assumendo caratteri minacciosi, sarà dissolta. Se inoltre sul fronte del credito, grazie alla sua moral suasion nei confronti degli istituti bancari, riuscissimo ad incentivare operazioni di ristrutturazione e rinegoziazione del debito delle imprese agricole attraverso la garanzia del 100% pubblica e gratuita di Ismea, le nostre aziende tornerebbero a respirare. Quanto le chiediamo è quindi semplice: sbloccare in tempi brevissimi un flusso di risorse – inspiegabilmente ‘fermo’ da mesi – capace di accelerare il piano di transizione ecologica e alleviare il peso del debito, senza uccidere la capacità di investimento delle aziende. Si tratta – conclude la lettera al premier Draghi – di un passo agevole, basta dare immediata e pratica attuazione alla normativa necessaria. Coldiretti continuerà sempre a battersi per dare risposte concrete alle imprese e al Paese”.