A quasi una settimana dallo scoppio della guerra e dall’escalation avanzata dal presidente russo Putin ai danni dell’Ucraina, il bilancio risulta essere disastroso. Bilancio, non calcolabile solo in termini di vittime, seppur quando si parla di guerre il primo pensiero a cui si fa riferimento sono le persone che muoiono e che moriranno. La catastrofe ingiustificata e ingiustificabile a cui stiamo assistendo da ormai giorni e che probabilmente nessuno considerava così concreta, nonostante fossero stati dati diversi allarmi relativi alle probabilità di attacco russo, stanno toccando non solo l’Ucraina ma l’Europa tutta e la maggior parte dei paesi del mondo, dipendenti e indipendenti dalle due nazioni realmente coinvolte nel conflitto. Quando, infatti si afferma che la guerra non porta vinti o vincitori e può essere inevitabilmente solo di svantaggio per tutti, si fa effettivamente riferimento alla condizione in cui ci troviamo oggi e non è difficile rendersene conto. A ragion di questo, i corsi e riscorsi storici, seppur non sembrino aver dato a tutti insegnamento e prova degli svantaggi delle guerre, ci hanno dimostrato ancora una volta come spingersi oltre le proprie “facoltà”, se così possiamo dire, comporti un rischio universale. E come proprio la storia voleva dimostrarci, soprattutto in un’epoca come la nostra in cui tutto è in comunicazione e in un costante contatto che supera la distanza fisica, le condizioni attuali anche dei paesi coinvolti indirettamente nelle tensioni non sono certamente positive.
Nel concreto, guardando al nostro paese, conseguenze importanti potrebbero riguardare le forniture di gas, ripercussioni sull’economia e sforzi militari, nella peggiore delle ipotesi. Come sappiamo, l’Italia è uno degli Stati che più dipendono dal gas russo e quello importato da Mosca ogni anno sfiora quasi il 50%; il timore degli esperti è che la scelta di applicare sanzioni alla Russia, secondo volontà dell’ UE, possa comportare conseguenze sui prezzi e sulle bollette: si pensi al fatto che solo nella giornata di giovedì 24 febbraio, il prezzo del gas è salito vertiginosamente. Sempre nella giornata di giovedì scorso, sono volati anche i prezzi del petrolio e del grano. A preoccupare i mercati è il fatto che le tensioni possano frenare le spedizioni dalla Russia e bloccare quelle Ucraine visto che proprio tale paese baltico è il secondo fornitore di grano per l’Italia. Si ha quindi una possibilità sul crollo delle disponibilità e il rischio di inflazione sui beni di consumo primario.
Ulteriore aspetto preoccupante per l’Italia è il fatto che questo appartiene alla NATO e in quanto tale ha il dovere di aderire a tutte le misure che si adottano e di fornire il pieno supporto a quanto verrà deciso. Questo può significare fornitura di mezzi militari, messa a disposizione di basi militari e coinvolgimenti in alcune operazioni. Già alcuni giorni fa l’Europa aveva annunciato dure sanzioni economiche dirette alla Russia, senza però procedere ad altre misure; tuttavia, nella giornata di ieri era stato fissato a Govel, in Bielorussia l’appuntamento tra le delegazioni russe e quelle ucraine per iniziare i negoziati diplomatici, condizione che faceva ben sperare dopo giorni di atrocità, ma che si è concluso con nulla di fatto; di conseguenza un secondo incontro è stato fissato a domani. A questo punto non ci resta altro che sperare un accordo per una via diplomatica e il cessate il fuoco che da giorni la popolazione ucraina , stremata, chiede disperatamente.
Miriam Pinchera