Richiamare alla memoria gli Autori trapassati della nostra comunità nazionale esprime la volontà di rievocarli: di attrarli nel nostro tempo, di renderli presenti nel nostro spazio. E’ necessaria, questa operazione rituale: non solo per confermare rispetto verso chi, avendo contribuito a generare o promuovere la comunità, rimane membro (e partecipe delle funzioni) di essa, ma anche perché, custodendone noi il ricordo, attraverso questa cerimonia di ‘rianimazione’ facciamo rivivere accanto a noi chi sia stato, secondo distinti gradi di affinità, come noi, rinascere la sua esperienza accanto alla nostra, riconnettere la sua influenza alla nostra per rinnovarla e accrescerla.
E’ questa la tesi alla base de Le origini dello spirito capitalistico in Italia, edizione anastatica di uno dei primissimi scritti di Amintore Fanfani appena ripubblicata per i tipi delle Edizioni di Ar (179 pp, 24€). L’opera è del 1933, precedente di appena tre anni l’assegnazione al suo autore della cattedra in storia delle dottrine economiche. Il Fanfani che incontriamo non è il Fanfani politico ma in qualche modo pre-politico. Non che in quegli anni sia rimasto con le mani in mano: sono più che noti i suoi ammiccamenti con il fascismo, cosa che non gli ha impedito nell’immediato dopoguerra di contribuire alla stesura della Costituzione. Non per qualche particolare di piccolo cabotaggio: l’articolo uno è di suo pugno. E il trait d’union che collega i due periodi del nostro è una spiccata – e mai celata – sfiducia nei confronti del modello capitalista.
La riedizione anastatica è a cura di Sabino Morano per le Edizioni Ar. sarà presentata presso la sala consiliare del Comune di Sperone venerdì 11 marzo 2022 alle ore 18,30. All’incontro partecipano oltre a Sabino Morano i consiglieri comunali Pasquale Muccio e Giuseppe Vecchione, il prof. Sergio Barile, l’On. Giuseppe Gargani e il primo cittadino di Sperone Adolfo Alaia, il tutto coordinato da Enzo Pecorelli.