Oggi 8 aprile si celebra santa Giulia Billiart (Marie-Rose-Julie Billiart), nacque a Cuvilly (Francia) il 12 luglio 1751, da un’agiata famiglia di piccoli commercianti e ricevette un’educazione elementare nella scuola del paese. Quando aveva 16 anni dovette lasciare la scuola e a sottoporsi a pesanti lavori manuali per aiutare la famiglia, ridotta in miseria da un dissesto finanziario subito dal padre. Nel 1774, all’età di 22 anni, la sua vita cambiò improvvisamente quando qualcuno tentò di ferire o di uccidere suo padre: l’uomo era seduto in casa con la figlia quando uno sparo attraversò la finestra. Giulia si spaventò a tal punto da subire una paralisi nervosa che gradualmente le impedì di camminare e le causò dolori terribili. Le cure la fecero solo peggiorare e, intorno ai 30 anni, era completamente invalida e incapace di stare in piedi. Quando scoppiò la Rivoluzione francese nel 1789, Giulia fu accusata di dare rifugio a sacerdoti “refrattari” (cioè quelli che, fedeli al papa, rifiutavano di giurare al nuovo ordinamento del clero) e amica dei nobili. Fu fatta uscire di nascosto dal paese su un carro da fieno dai suoi amici e passò i successivi 3 anni nascondendosi a Compiègne, trasferita di casa in casa e soffrendo di dolori sempre più forti, la malattia peggiorò al punto che perse la parola per molti mesi, qui conobbe l’ex gesuita Joseph Varin, superiore della Società della Fede di Gesù, che la sollecitò a dare inizio a un’opera per l’istruzione e l’educazione cristiana della gioventù. Quando cessò il regime del Terrore, Giulia si trasferì ad Amiens, dove conobbe una giovane devota, Francesca Blin de Bourdon, viscontessa di Gézaincourt, destinata a diventare, da quel momento in avanti, sua fedele compagna, co-fondatrice del nuovo istituto. Padre Giuseppe Varin era convinto che Giulia fosse chiamata da Dio a compiere qualcosa di grande per la Chiesa; sotto la sua guida, tornate ad Amiens, fondarono nel 1803 la Congregazione delle Suore di Nostra Signora di Namur, dedicata all’educazione cristiana, all’istruzione dei poveri e alla formazione degli insegnanti. Nel 1804 pronunciò i voti di castità e di dedicarsi all’educazione cristiana delle giovani, soprattutto di quelle di famiglia povera. In quell’occasione, Giulia guarì anche dalla malattia che la aveva resa invalida per tanto tempo. L’espansione dell’attività dell’istituto non fu scevra da difficoltà. Padre Varin fu sostituito come cappellano da un sacerdote meno comprensivo, intenzionato a interferire con la regola, e che, quando fu contrastato da Giulia e Francesca, mise loro contro il vescovo d’Amiens, che dando retta alle voci calunniose, le ordinò di lasciare la sua casa. Le religiose trasferirono la casa madre a Namur (Belgio), dove era stata aperta una filiale nel 1807 sotto la direzione di Francesca, dove trovarono la protezione del vescovo locale Joseph Pisani de la Gaude. Giulia, grande propagatrice del culto del Sacro Cuore, fu favorita da speciali doni come estasi e miracoli. Morì a Namur l’8 aprile 1816.
8 aprile: beato Clemente da Osimo, nacque a Osimo (Ancona) o a Sant’Elpidio (Fermo) all’inizio del XIII secolo. Ancora adolescente entrò a far parte della Congregazione Eremitica di Brettino (Fano), confluita nell’Ordine Agostiniano nel 1256. Nulla si sa del suo precedente percorso di vita e relativamente poco si sa dei venti anni di vita rimastigli. Nel 1269 risulta già Provinciale della Provincia anconitana. Fu Priore Generale dell’Ordine per tre anni, a partire dal 1271, succedendo a Guido da Staggia. Dopo aver rinunziato al suo ufficio, condusse una vita ritirata ed ebbe l’incarico di Visitatore della Provincia romana. Eletto una seconda volta, dal Capitolo Generale ad Orvieto, il 28 maggio 1284, all’unanimità, fu poi confermato, dal Capitolo di Firenze, nel 1287 e di nuovo costretto ad accettare il mandato nel Capitolo di Ratisbona del 1290. Come Superiore svolse un’intensa attività, insistette per l’osservanza religiosa, riuscì a conseguire aiuti economici, ottenne dal Pontefice il privilegio dell’esenzione dalla giurisdizione dei vescovi, fondò conventi femminili, patrocinò la creazione di biblioteche e archivi provinciali, promosse gli studi e l’osservanza di una più rigorosa povertà. Il governo di Clemente si distingue per tre aspetti fondamentali: con lui la devozione mariana diventa una tradizione dell’Ordine e Clemente ne è il promulgatore più strenuo, devoto com’è lui stesso della Madonna, nel 1284, con la Benedicta tu e le Vigiliae Beatae Mariae Virginis in onore della Madonna della Grazia; per la formulazione e promulgazione delle Costituzioni dette ratisbonensi (1290), in vigore, salvo alcuni ritocchi, fino alle riforme di Trento; per la sua ferma scelta a favore della cultura nell’Ordine con la creazione degli Studi Generali di Roma, Bologna, Padova, Napoli e Parigi. Morì l’8 aprile 1291.