FRANCO VITTORIA: “Cattolici in politica. Partito di riforme e di rivoluzione. La fondazione dei Popolari di Sturzo fu l’avvenimento più notevole della storia italiana del XX secolo”

FRANCO VITTORIA: Cattolici in politica. Partito di riforme e di rivoluzione. La fondazione dei Popolari di Sturzo fu l’avvenimento più notevole della storia italiana del XX secolo

FRANCO VITTORIA: Cattolici in politica. Partito di riforme e di rivoluzione. La fondazione dei Popolari di Sturzo fu l’avvenimento più notevole della storia italiana del XX secoloOggi sul quotidiano del Sud, è stato un interessante articolo del prof. Franco Vittoria, che vi proponiamo,  dal titolo “Cattolici in politica Partito di riforme e di rivoluzione. La fondazione dei Popolari di Sturzo fu l’avvenimento più notevole della storia italiana del XX secolo”.

di Franco Vittoria*

Con l’enciclica Rerum novarum prende forma per i cattolici impegnati in politica una nuova forma di rappresentanza per i militanti della “nuova cristianità”. Fondamentale è il pontificato di Leone XIII, il suo interesse per gli studi sociali sono un viatico per “riorganizzare” una nuova missione dei cattolici che guardano con una nuova dimensione alla vicenda operaia.
Già con l’enciclica Inscrutabili Dei consilio del 21 aprile 1878, solo pochi mesi dopo la sua elezione al sommo pontificio affermava: nel disprezzo e nel rifiuto di quella santa ed augustissima autorità della Chiesa, che a nome di Dio presiede al genere umano e di ogni legittimo potere è vindice e tutela. Così come nella successiva enciclica Quod apostolici muneris del 28 dicembre 1878, Leone XIII si “oppone” alle teorie del socialismo e del nichilismo poggiando sulla sapienza cattolica.
La Chiesa, affermò Leone XIII, riconosce che nel processo dei beni c’è disuguaglianza tra gli uomini e aggiunge che il papa non può dimenticare la causa dei poveri. Il pontificato di Leone XIII guarda con grande interesse a come elevare la causa dei poveri a nuova missione della Chiesa, costruendo case ed ospedali per avere la massima cura di questa nuova cristianità.
E’ un tempo nuovo quello che disegna il pontificato di Leone XIII “le critiche dei padri gesuiti e le encicliche leoniane sulla questione operaia, astrattamente considerate, appaiono inadeguate a risolvere i problemi della miseria e dell’emancipazione operaia sollevati dall’individualismo moderno e dallo svolgimento di un’economia privatistica fondata sulla legge del profitto.
In effetti quelle critiche non rappresentarono in sé un manifesto, un programma economico; non pretesero di essere un formulario di scienza economico; non pretesero di essere un formulario di scienza economico –sociale.
FRANCO VITTORIA: Cattolici in politica. Partito di riforme e di rivoluzione. La fondazione dei Popolari di Sturzo fu l’avvenimento più notevole della storia italiana del XX secoloLa loro forza stava nella premessa, cioè nella condanna della pregiudiziale privatistica e borghese come criterio assoluto del fenomeno economico, stava nella denuncia del divorzio che la “rivoluzione liberale “aveva operato tra città e campagna, tra economia e legge morale, tra società civile e religiosa, stava nel rifiuto del lavoro come merce, come condanna della vita dell’uomo alla schiavitù della macchina e dei processi accumulativi dell’economia borghese.
Il socialismo e il nichilismo non erano “mali in sé”, ma “mali” nati dalla borghesia, che aveva sottratto alla Chiesa le grandi  masse operaie, masse che però ora i governi non riuscivano più a controllare e a contenere.
Il papa invece dava rimedio a questo “male” , il ritorno tutto intero, integrale della società, nei suoi servizi e nei suoi specifici attributi moderni, sotto la tutela della Chiesa (G. De Rosa, L’opera dei congressi, p. 299- 300).
Insomma la Rerum novarum significò un grande balzo in avanti e soprattutto incarnò un nuovo modo di essere dei cattolici nei confronti della questione operaia, incarnando anche una presa di coscienza per il miglioramento della questione operaia.
Una vera e propria rivoluzione culturale per i tempi che fa dire a Luigi Sturzo che si sentiva figlio della libertà cristiana: “Destò (…) gran meraviglia, quando questo vecchio di circa 82 anni, nel 1891 pubblicò l’enciclica Rerum novarum sulla condizione degli operai, e parve allora, nell’agitarsi delle teorie che presiedono allo sviluppo di questa nuova corrente sociale, parve quasi so, e persino i governi ancora liberali, anche ecclesiastici, di questa nuova forza unita al popolo; e dalle lontane Americhe si volevano sconfessati i cavalieri del lavoro e dell’Austria vicina ai cristiani sociali di Lueger, e dalle nazioni latine i democratici cristiani” (L. Sturzo, Leone XIII e la civiltà moderna, discorso pronunciato a Caltagirone 2 agosto 1903).
La grande intuizione di Leone XIII consente ai cattolici militanti di procedere verso la nuova costruzione dell’impegno politico dei cristiani. Così la nascita nel primo dopoguerra del primo partito d’ispirazione cattolica, come il partito popolare, rappresentò una assoluta novità come scrive, De Rosa, per quelle correnti clerico- moderate sempre attente per paura del socialismo ad accogliere con favore l’appoggio clericale.
FRANCO VITTORIA: Cattolici in politica. Partito di riforme e di rivoluzione. La fondazione dei Popolari di Sturzo fu l’avvenimento più notevole della storia italiana del XX secoloLuigi Sturzo non aveva l’ambizione di costruire il popolarismo come “ideologia politica di tutti i cattolici in quanto tali (…) il Partito popolare sentì indubbiamente più vicina a sé l’esperienza generosa della prima democrazia cristiana, senza però disdegnare gli apporti dei moderati più sensibili ai temi del costituzionalismo moderno. (G.De Rosa) .
Il popolarismo riuscì dove si fermò “il sociologismo attivistico dei murriani” (De Rosa ) il senso della libertà politica e dello stato. Prima del discorso di Caltagirone, Sturzo, aveva invitato alla riflessione anche gli amici di Murri, proponendo l’idea di una forza capace di spezzare l’egemonia della vecchia classe dirigente liberale , rafforzando un modello di partito che credesse nelle libertà e nei corpi intermedi e che potesse agire per spezzare l’egemonia giolittiana.
Murri apprezzò molto il discorso di Caltagirone, ma non accolse l’invito di Sturzo alla prudenza, anche perché la Chiesa aveva colpito l’Opera dei Congressi. L’intuizione di Sturzo fu quella di saper includere nel nuovo programma del popolarismo anche altre esperienze di cattolici.
La nascita del partito popolare trovò un terreno fertile con la riforma voluta da Benedetto XV che assegnò compiti di diretta responsabilità ai militanti cattolici nella vita pubblica. La fondazione dei Popolari di Sturzo fu un fatto politicamente notevole, tanto che lo storico Federico Chabod scrisse che (…) l’avvenimento più notevole della storia italiana del XX secolo, specialmente in rapporto al secolo precedente: il ritorno ufficiale , massiccio, dei cattolici nella vita politica italiana. Una storia complessa quella dei cattolici popolari, dei cattolici che sotto l’egida della Chiesa come scrive –Follini – nasce la DC . Un partito che negli anni quaranta si consolida e mette radici grazie al lavorio diplomatico di monsignor Montini, “che rassicurò gli americani e la massoneria anglosassone sulla tenuta italiana nel nuovo quadro internazionale”.
Così il cattolicesimo politico si salda con la fede, rapportandosi con gli ultimi e cercando di costruire una nuova casa del cristianesimo politico. In Vaticano non tutti erano concordi nel vedere i cattolici sotto lo stesso tetto politico. La Dc nasceva anche come fatto di popolo e soprattutto De Gasperi cerca di ancorare la Democrazia cristiana ad una concezione “portatrice di interessi anche proletari e aspirando a configurarsi  come partito di massa.
Infatti in un discorso ai democristiani dell’Italia liberata, il 29 luglio 1944, De Gasperi “lanciò la direttiva che la Democrazia cristiana si qualificasse come partito di riforme, anzi rivoluzionario, ma nel pieno rispetto della libertà.
La Dc, quindi, come partito di riforme e di rivoluzione, “ma nell’ordine e nella legge, in una disciplina e nel rispetto del nuovo ordinamento democratico e istituzionale che si sarebbe andato a creare nella solidarietà dei partiti antifascisti.
De Gasperi si mostra sempre più dialogante anche con altre forze laiche e di sinistra “la collaborazione fra cattolici, socialisti e comunisti era possibile, anzi necessaria in funzione della salute pubblica.
Lo statista trentino nel costruire le ragioni di un nuovo impegno dei cattolici democratici affermava con convinzione che “il partito democratico cristiano è partito di popolo è al lavoro in un’unità di vedute”, proteso verso quelle mete che, socialmente, si definiscono di sinistra, ma nell’ansia tormentata di salvare al paese la sua libertà, civile, legale, morale. Ciò spiega la più nota
definizione degasperiana della Dc “come partito di centro che si muove verso sinistra, cioè di un partito garante dello sviluppo democratico del paese, perché orientato a riconoscere gli apporti delle forze popolari”. La storia dei cattolici impegnati in politica in questo paese è storia complessa che non può ridursi a qualche “battuta”, troveremo il modo per approfondire le “genera zioni” dei democristiani che hanno guidato il paese e la Dc, cercando di spiegare anche le ragioni della fine.
Pietro Scoppola scrive che il partito vincente e cardine nella storia della Repubblica, scompare per effetto di una rapida e irresistibile “centrifugazione” delle sue componenti, e non solo.
*Docente all’Università degli studi di Napoli Federico II -Componente della direzione nazionale del Pd