Puntuali come le mosche che fiutano i cadaveri, ecco spuntare la marea di prese di posizione dei riferimenti istituzionali irpini, in ordine allo scippo delle sorgenti irpine, alla scissione del distretto ed alla vicenda Alto Calore.
Saremmo felici della cosa, se non fosse evidente che si tratta dell’ennesimo tentativo populista per provare ad accreditarsi meriti inesistenti in vista delle prossime elezioni politiche.
E così tra dichiarazioni roboanti, fantasie giuridiche, illazioni di varia natura emerge la cialtroneria e demagogia di una classe dirigente che negli anni ha fatto della risorsa idrica di questa terra il proprio campo di battaglia clientelare, utile a mantenere un sistema di potere che ha consentito e consente al PD di reggersi in piedi.
Anzichè immaginare come soluzione ideale la proroga dei regimi di salvaguardia, illegittimi in tutta Italia dal 1 luglio 2022, ci saremmo aspettati dall PD una presa di coscienza che gli eventi di oggi sono frutto delle scelte folli perpetrate in Alto Calore in questi decenni, a partire dal Piano Pozzoli.
Anzichè avallare la scissione degli Ambiti, ci saremmo aspettati dai Consiglieri regionali di questa terra, scelte di qualità e competenza nelle elezioni, recenti e passate, dei componenti dell’EIC.
Anzichè ululare oggi alla luna per provare a salvare Alto Calore, ci saremmo aspettati dal PD, nel corso di questi decenni, scelte gestionali che avrebbero dovuto rendere l’Ente di Corso Europa una realtà differente dalla riserva di caccia clientelare di questo o quel Consiglio di amministrazione.
Anzichè continuare nella pantomima ignobile dell’acqua pubblica, ci saremmo aspettati da parte della politica irpina e degli stessi sindacati il coraggio, che solo noi abbiamo avuto negli anni, di dire che i disastri di Alto Calore emergono, ad esempio, a partire dalle centinaia di assunzioni fatte nel corso della gestione De Luca, come anche dalla esplosione incontrollata dei debiti durante la gestione De Stefano, come infine nelle scelte sbagliate di questa ultima presidenza, che ha registrato una crescita costante del monte debitorio.
Una classe dirigente seria, onesta e competente avrebbe il coraggio di ammettere questi errori, perché rappresentano il modo per provare a costruire soluzioni in grado di tutelare la dignità della gente irpina.
Invece assistiamo al solito vuoto e ritrito dibattito populista che vede i vari riferimenti, a partire dal PD, tentare di scaricare sugli altri il peso delle proprie responsabilità, incapacità e negligenze politiche.
Noi di Azione oltre la critica offriamo soluzioni e proposte; per questo riteniamo indispensabile che ad horas si giunga alla modifica della L.R. 15/2015 prevedendo il principio della tariffa idrica unica in tutta la Regione.
Occorre uno sforzo enorme ed immediato, un lavoro politico serio che consenta di far cessare sull’acqua il balletto delle clientele, vero obiettivo della scelta di gestire le sorgenti irpine da parte della Regione; diversamente l’Irpinia continuerà a pagare in bolletta una tariffa 4 volte superiore a quella delle altre province campane, ricevendo “in cambio” lo scippo delle sorgenti a favore delle aree costiere e la divisione degli ambiti a favore di qualche altra provincia.
Se questo non sarà, gli irpini non dimentichino alle prossime elezioni i nomi ed i cognomi, le facce ed i volti sorridenti di quanti sulle spalle degli irpini stanno solo pensando ai “fatti propri”.
Maria Rusolo Vice segretario prov.le Azione – Giovanni Bove Segretario provinciale Azione