Svolta nelle indagini sul rogo doloso che l’anno scorso distrusse Città della Scienza a Napoli. Iscritto nel registro degli indagati P.C., uno dei custodi del Polo di Bagnoli che la sera dell’incendio svolgeva il turno di vigilanza. E’ lui ad essere sospettato di aver appiccato il rogo quella sera del 4 marzo, l’uomo, già interrogato in passato, sarebbe caduto in contraddizione una volta messo a confronto con l’altro collega di turno quella notte. Per i pm, l’accusa di incendio doloso sarebbe aggravata dalla finalità mafiosa, anche se ancora non è chiaro il motivo per cui Città della Scienza fu data alle fiamme. Uno dei moventi potrebbe essere di natura economica, per questo l’inchiesta dai pm Michele Del Prete e Ida Teresi, si concentra anche sulla verifica dell’uso dei finanziamenti (erogati da enti pubblici) arrivati alla Fondazione che Gestisce il polo di Bagnoli. La Digos, ha già acquisito da Palazzo Santa Lucia la documentazione relativa alle sovvenzioni erogate dalla Regione.