di Gianni Amodeo
Scuola, amore per la conoscenza e capacità d’ascolto coniugata con i virtuosi slanci dell’umiltà, per la quale gli altri sono sempre i primi, a cui prestare attenzione per le idee e i sentimenti di cui sono portatori, per concorrere alla costruzione della civile convivenza nella libertà e nella giustizia. Sono gli assi, su cui ruota la circolarità delle esperienze vissute da Franco Manganelli, che ci ha lasciato mentre si apprestava a varcare tra qualche mese la soglia di compleanno – era nato il 20 ottobre del ’40; esperienze saldamente ancorate alla formazione socio- culturale e di religiosità laica che aveva acquisito negli anni giovanili di iniziative trascorse e sperimentate in Azione cattolica, sia a Cimitile, sia, e più ancora, negli ambiti diocesani di Nola.
E’ la circolarità, di cui è parte integrante e costitutiva il senso del dialogo della comunicazione, che Franco Manganelli, appena laureato negli iniziali anni ‘60 nella Facoltà di Economia e Commercio della Federico II, sviluppa nel lavoro didattico che intraprende nello storico Istituto tecnico commerciale e per geometri Masullo-Theti , in cui aveva conseguito a pieni voti il diploma di Ragioneria. Una docenza, preceduta ed accompagnata dall’assistentato volontario che Manganelli esercita per le lezioni di Economia e Sociologia nei rispettivi Dipartimenti della Federico II. Un campo di impegno, particolarmente intenso e proficuo per Franco, in virtù dei rapporti di studio e collaborazione che matura con Giuseppe Palomba, tra i più importanti economisti espressi dal Sud, titolare di cattedra in varie Università italiane. Ed è- questo- anche il periodo, in cui Franco Manganelli approfondisce e focalizza al meglio le tematiche dell’ economia sociale di mercato e il pensiero di Antonio Genovesi, ispirato dalla visione etica dell’ economia civile d’impronta cristiana. E’ il percorso che Franco compie, per assurgere, nello stesso tempo, al ruolo di decano dell’insegnamento di Discipline economiche e aziendali nell’ Istituto di via Mario De Sena; e al suo insegnamento si sono formate intere generazioni di professionisti ed esperti sia nell’imprenditoria privata, sia per i ruoli delle pubbliche amministrazioni con importanti carriere negli Enti statali.
E’ il campo della docenza, che non resta circoscritto, ma si amplia e integra nell’Istituto di Scienze religiose, il Duns Scoto -che fa riferimento alle Diocesi Nola e Acerra– in cui Manganelli insegna la Dottrina sociale della Chiesa, per assumerne successivamente anche la direzione. E’ un quadro di impegni che diversificate Franco ha sempre vissuto con la passione per la scrittura. Una passione tradotta in saggi e monografie, con ispirazioni e tematiche varie, dalla sociologia all’antropologia, dalla religione alla teologia, dalle tradizioni popolari alla filosofia, con interesse mirato, neanche a dirlo, per l’opera di Giordano Bruno. E sul pensatore di Infiniti mondi ha pubblicato a dicembre dello scorso anno Risonanze bruniane, una rivisitazione De gli eroici furori, rapportata alla condizione dello spaesamento che vivono i giovani rispetto alle problematiche dell’attualità del III millennio; è lo spaesamento, che Giordano Bruno aiuta a superare, così come si configura nell’originale visione delineata da Manganelli. E sul versante interpretativo del teorico di Infiniti mondi, meritano rilievo gli interessanti saggi che Franco ha scritto, intitolati La cabala nolana.Dialoghi sull’”asinità” di Giordano Bruno e Il trionfo della bestia spacciata da Giordano Bruno.
Franco Manganelli, uomo di scuola e di divulgazione culturale, ma soprattutto prediletto e caro amico, è quello che sbalza da queste poche e rapide righe, che si completano ricordandone l’esperienza di parlamentare, fatta nella XII legislatura, a metà degli anni ‘90 con l’elezione alla Camera dei deputati per il collegio di Nola, in rappresentanza di Alleanza dei progressisti. Un’esperienza condotta con stile e spiccato senso di responsabilità, senza mai cedere alle derive dell’acrimonia proprie della lotta politica. Franco, non aveva spirito di fazione e di faziosità, men che meno dell’insolenza becera, falsa e ipocrita. Era uomo del discernimento ragionevole, che sa guardare in larga e profonda prospettiva. Senza lasciarsi offuscare mente e sentimenti da pregiudizi e particolarismi.
Alla moglie, Maria Giovanna Laudanno, ai figli Domenico. Vincenzo e Mario giungano i sensi del cordoglio della redazione.