E’ stato convocato per il prossimo 10 ottobre 2022 alle 19 un nuovo consiglio comunale nella cittadina archeologica che all’ordine del giorno contiene 6 punti. Particolarmente interessanti sono gli ultimi due ovvero quello che prevede la riqualificazione dell‘impianto sportivo di località Fusaro con l’affidamento funzionale ed economico dello stesso mediante finanza di progetto ex art.183, co.15, D.Lgs 50/2016. Quello dello stadio avellano è una delle strutture da tempo abbandonate a se stessa e che necessità di immediati interventi. Un altro punto importante è la creazione di un forno crematorio all’interno del Cimitero avellano, anche qui sempre mediante finanza di progetto ex art.183, co.15, D.Lgs 50/2016. Su questo ultimo punto sembra che la popolazione sia divisa tra favorevoli e contrari, gli ultimi per la paura che possa comportare un inquinamento dell’aria. In Italia, come in numerosi altri paesi, si registra un notevole aumento delle cremazioni in tutti i municipi, ivi compresi quelli del Sud, nonostante questi ultimi siano più legati alla cultura della sepoltura tradizionale. La consapevolezza dei danni alla salute, causati dall’inquinamento dell’aria, spinge sempre più frequentemente le popolazioni residenti vicino ai forni crematori a cercare di informarsi sui possibili rischi di malattia o anche di morte ai quali esse potrebbero essere esposte. Infatti uno studio dell’ISDE Italia ha determinato che La temperatura di un forno crematorio raggiunge gli 800-1000°C. “L’incenerimento della salma, della bara con il rivestimento, dei vestiti ed eventualmente di altri accessori, genera diverse sostanze tossiche, in particolare materiale particolato fine/ultrafine, monossido di carbonio (CO), ossidi di azoto e zolfo (NOx, SO2), composti organici volatili (COV), composti inorganici del cloro e del fluoro (HCl, HF), metalli pesanti. Inoltre, sono emessi mercurio (dall’amalgama nelle otturazioni dentarie), Zinco (specialmente nel caso delle cremazione di tombe estumulate), diossine-furani (PCDD/PCDF) e IPA. L’emissione di diossine-furani, data la loro grande tossicità, riveste particolare importanza. In seguito ai controlli delle emissioni ai camini dei forni crematori dei cimiteri di Pistoia (dicembre 2011) e Arezzo (aprile 2013), ARPAT riscontrò superamenti del valori limite delle diossine che portò, nel primo caso, alla prolungata chiusura del forno stesso”.