La coltivazione idroponica è chiamata anche fuori suolo. Si tratta di un metodo molto particolare, che consente alle piante di svilupparsi nutrendosi dell’acqua e trovandosi su un substrato inerte (che può essere rappresentato, ad esempio, dall’argilla espansa e dalla lana di roccia), senza il terriccio. I substrati in genere non contengono dei nutrimenti per le piante e per questo motivo si procede ad alimentare le radici con delle apposite soluzioni che vengono progettate proprio per questo scopo. Si tratta di un metodo molto utile, che consente anche un risparmio notevole di risorse idriche. La coltivazione di questo tipo è una delle tecniche più interessanti tra i metodi di coltura indoor. Distinguiamo la coltivazione idroponica con substrato da quella senza substrato. Vediamo le caratteristiche più importanti dell’una e dell’altra.
La coltivazione idroponica con substrato
Si può ricorrere a delle lampade al sodio HPS come fonte di luce essenziale per la coltivazione idroponica, anche quando si fa riferimento a quella con substrato. Quest’ultimo è molto importante, perché ha la funzione di assorbire i nutrienti che si rivelano molto importanti per la crescita delle piante.
In genere quando si ricorre a questo tipo di coltivazione non c’è una grande necessità di fertilizzanti. Infatti il substrato di solito è costituito da delle miscele di sabbia, perlite e argilla espansa che vengono irrigate con l’acqua.
Ovviamente è sempre essenziale monitorare alcuni parametri di cui non si può fare a meno, come la temperatura, i livelli di umidità e di CO2, le ore di luce, la ventilazione e poi, come fattore importante, ci si deve assicurare che ci sia un’assenza delle malattie nelle piante, che spesso possono essere provocate dall’azione dei parassiti.
La coltivazione idroponica senza substrato: caratteristiche essenziali
Nella coltivazione idroponica senza substrato le radici delle piante vengono immerse nell’acqua in cui sono disciolte le soluzioni nutritive. In tutta la coltivazione idroponica, comunque, e in particolare in quella senza substrato, ci si deve assicurare che le piante ricevano la giusta quantità di ossigeno.
Infatti questo elemento chimico è molto importante per le piante, perché esse assorbono i nutrienti di cui hanno bisogno sotto forma di ioni dissolti proprio nell’ossigeno.
Quindi molte volte può essere essenziale l’uso anche di una pompa d’aria per garantire la corretta ossigenazione delle piante. Insomma, la coltivazione idroponica senza substrato è molto importante, perché stimola la crescita dei vegetali.
Al posto del terriccio si avrà l’acqua, ma soprattutto la presenza dell’ossigeno risulta indispensabile, perché, se la quantità di ossigeno è insufficiente, la crescita delle piante può rivelarsi molto lenta.
La regolazione del PH
Un altro fattore molto importante per la coltivazione idroponica è la regolazione del PH. Da tenere presente a questo proposito che il PH per i terreni è compreso nell’intervallo 6-7,5. Per i sistemi idroponici dovrebbe essere ideale compreso tra 5,5 e 6,5.
È molto importante regolare bene questo elemento perché se il PH del terreno di coltura non è ottimale viene limitato l’assorbimento dei nutrienti. Per esempio un PH troppo elevato può limitare l’assorbimento del fosforo e della maggior parte dei micronutrienti.
Quindi, per regolare i livelli di PH elevati, si può ricorrere all’aggiunta di vari acidi minerali e organici. È possibile anche che ci siano delle fluttuazioni frequenti del livello di PH e in queste situazioni bisogna utilizzare gli stabilizzatori di acidità oppure si può controllare sempre il PH aumentando il livello di ammonio.
Questa azione può essere svolta aggiungendo una maggiore quantità di ammonio alle soluzioni nutritive, ricordandosi sempre che la proporzione di ammonio espressa in cationi dovrebbe corrispondere al 5-15% dell’azoto. Si può ricorrere anche a dei fertilizzanti idroponici preparati appositamente, perché la pianta possa crescere in buona salute.