Martedì 18 ottobre, la Rete delle Grandi Macchine a spalla italiane sarà protagonista di un importante evento culturale presso l’ Università La Sapienza, promosso dal Dipartimento di Pianificazione, Design, Tecnologia dell’Architettura della Sapienza Università di Roma.
L’ iniziativa è stata ideata e coordinata dall’ Università La Sapienza di Roma, dal Comune di Viterbo e dalla dottoressa Patrizia Nardi, coordinatrice tecnico – scientifico della Rete delle Grandi Macchine a Spalla italiane patrimonio Unesco.
Il focus dell’incontro – che si svilupperà dal 18 al 20 ottobre – sarà incentrato sul patrimonio culturale immateriale che per la Convenzione UNESCO 2003 è tradizionale, contemporaneo e allo stesso tempo vivente: il patrimonio culturale immateriale non rappresenta solo le tradizioni ereditate del passato, ma anche le pratiche rurali e urbane contemporanee a cui prendono parte diversi gruppi culturali.
Elemento centrale è la comunità: il patrimonio culturale immateriale può essere definito “patrimonio” solo quando è riconosciuto come tale dalle comunità, dai gruppi o dagli individui che lo creano, lo mantengono e lo trasmettono.
Il tema sarà analizzato nel focus di martedì 18 ottobre nel convegno “Patrimonio culturale e rigenerazione urbana. Luoghi materiali e immateriali, fra storia, progetto e racconto”, nell’ambito della Sessione dal titolo “Luoghi immateriali, identità e racconto. Le grandi macchine a spalla” a partire dalle ore 16:30, presso il teatro Ateneo Università La Sapienza – Piazzale Aldo Moro 5
“Abbiamo accolto con molto favore – afferma Patrizia Nardi coordinatrice tecnico – scientifico della Rete delle Grandi Macchine a Spalla italiane patrimonio Unesco l’importante iniziativa di confronto organizzata dall’Università la Sapienza sui temi della circolarità tra patrimonio culturale, in tutte le sue declinazioni, e azione di rigenerazione urbana” dice Patrizia Nardi, responsabile tecnico-scientifico Progetto UNESCO di Rete delle Macchine “perché credo sia opportuno, necessario e utile costruire strategie d’intervento a base culturale che possano coinvolgere, ognuno nel proprio ruolo, i diversi soggetti a vario titolo interessati, istituzioni, comunità, enti di ricerca, decisori politici. Una circolarità che la Rete ha sperimentato con successo, in questi anni, seguendo le Raccomandazioni UNESCO ma anche i principi della Convenzione di Faro che hanno indirizzato e indirizzano l’attuazione delle linee guida di salvaguardia condivise che sono parti integranti della proposta di candidatura. La programmazione del prossimo anno vedrà la Rete impegnata sull’aggiornamento delle misure di salvaguardia che continueranno a guardare alla valorizzazione e alla promozione (le feste della Rete sono state protagoniste negli ultimi anni di significative azioni sia sul territorio nazionale, che all’estero, in particolare nei Paesi dell’America Latina e dell’Europa centro-orientale), ma anche alla tutela e riqualificazione dei centri storici in cui si svolgono, alla formazione e all’educazione al patrimonio delle comunità, alla sostenibilità degli interventi. Lavoreremo ad una nuova piattaforma alla quale parteciperanno esperti nazionali ed internazionali di salvaguardia e gestione dei Patrimoni UNESCO e il nostro obiettivo sarà estendere il tavolo di confronto alle università dei territori delle feste della Rete. Il convegno al quale parteciperemo mi sembra un’ottima base di partenza per strutturare futuri rapporti di sussidiarietà orizzontale, che possano concorrere alla salvaguardia di un Patrimonio UNESCO particolarmente significativo, in quanto già indicato dall’UNESCO come “modello, esempio e fonte di ispirazione“.
“Fare in modo che tutti gli aspetti delle nostre Feste della Rete siano conosciuti – aggiunge Luca De Risi, presidente di Gramas – è uno degli obiettivi che ci siamo prefissati. Essere presenti in una delle più prestigiose università del mondo significa tanto per noi. Grazie al Comune di Viterbo ed alla Università La Sapienza per questa bellissima possibilità donataci”
“Si tratta di un’ iniziativa di grande importanza – afferma Antonio D’Ascoli, rappresentante della comunità festiva di Nola – Le nostre feste saranno oggetto di studio e di analisi da parte di uno degli atenei maggiormente prestigiosi, ponendo al centro del discorso le comunità che rappresentano custodi, ma anche gli unici strumenti di trasmissione alle future generazioni di questi straordinari patrimoni. La collaborazione con le istituzioni culturali è la strada da perseguire per la salvaguardia e la promozioni”