È una delle figure femminili più iconiche e travolgenti del teatro di William Shakespeare. Immortalata nei secoli da pittori, musicisti, scrittori, registi e coreografi. E la sua stella brillerà sul palcoscenico del Teatro “Gesualdo” di Avellino nella straordinaria interpretazione di una grande étoile dei nostri tempi.
Domenica 22 gennaio, alle ore 21, ad Avellino arriva Eleonora Abbagnato, direttrice della Compagnia di Ballo del Teatro dell’Opera di Roma e già prima ballerina dell’Opéra di Parigi che sarà la splendida “Giulietta” nello spettacolo curato da Daniele Cipriani in cui le arti della musica, della danza e della poesia si uniranno per dipingere a colori – ora delicati, ora vivissimi – un ritratto nuovo e inusuale della più celebre veronese di tutti i tempi.
Dopo la prima assoluta della scorsa estate al Teatro Romano di Verona e al Nervi Music Ballet Festival, Eleonora Abbagnato arriva ad Avellino dopo un tour straordinario che ha toccato i più importanti teatri del Belpaese, dal Giglio di Lucca al Regio di Parma, dal Verdi di Gorizia al Teatro Antico di Taormina.
Nello spettacolo curato da Daniele Cipriano ascolteremo non la celeberrima partitura Romeo e Giulietta di Prokofiev, ma altre pagine musicali ispirate alla tragedia shakespeariana, eseguite dal vivo in palcoscenico da due virtuosi del pianoforte, Marcos Madrigal e Alessandro Stella che ne eseguiranno le trascrizioni, piuttosto inusuali, per due pianoforti, diventando protagonisti dell’azione stessa insieme ai ballerini.
Firmata da Sasha Riva e Simone Repele, freschi del successo delle coreografie per Mass di Bernstein, andata in scena in prima italiana alle Terme di Caracalla, Giulietta sarà danzata da Eleonora Abbagnato sull’ouverture-fantasia di Ciaikovsky in cui una bionda bambina assorta in sogni romantici ad occhi aperti rappresenta una piccola Giulietta dei nostri giorni la quale, specchiandosi, vede riflessa l’immagine della donna innamorata che diventerà.
Le due figure femminili si assomigliano tanto, dopotutto la Giulietta la donna è Eleonora Abbagnato, mentre la Giulietta bimba è Julia Balzaretti, figlia 11enne della étoile. Romeo sarà interpretato da Michele Satriano, fresco di nomina a primo ballerino del Teatro dell’Opera di Roma.
NOTE SUL BALLETTO
Le sorprese di questo balletto saranno tante: presente, futuro e anche passato (con reminiscenze di Capuleti e Montecchi) si fondono, mentre uno strano angelo custode (Repele) scandisce il tempo a giri di bicicletta. Al contempo eterea e sensuale, impalpabile e volitiva, dal fascino senza tempo, Eleonora Abbagnato, rappresenta (piuttosto che un personaggio) “l’idea” di Giulietta quale simbolo dell’amore: amore tra uomo e donna, ma anche tra persone dello stesso sesso; amore tra adolescenti (come nella tragedia di Shakespeare), ma anche tra persone di età diverse.
È appunto a questo tipo di rapporto amoroso che è dedicata la coreografia di grande intensità, firmata da Uwe Scholz, geniale coreografo tedesco scomparso prematuramente all’inizio del secolo, che apre la serata: Eleonora Abbagnato e Michele Satriano interpretano il passo a due dal balletto Rosso e Nero, creato nel 1988 per Vladimir Derevianko e Eileen Brady e rimontato qui da Giovanni Di Palma. Nel romanzo di Stendhal, nonché nel balletto-capolavoro di Scholz, viene descritta la passione, tinta da mille sfumature anche contrastanti, tra il seminarista Julien Sorel e la sua matura amante Madame de Rênal; la musica è tratta, non a caso, dalla “symphonie dramatique” Roméo et Juliette di Hector Berlioz.
Se il filo conduttore è chiaramente l’amore in tutte le sue sfaccettature, al noto slogan della rivoluzione psichedelica degli Anni ‘60 viene aggiunto un elemento che fa riferimento sia all’odierno riconoscimento dei diritti LGBT, sia alla pressante esigenza di ricercare una pace sul nostro pianeta: Giorgio Mancini crea Peace & Rainbow Love sulla West Side Story Suite per due pianoforti di Leonard Bernstein. West Side Story, celeberrimo musical con coreografie di Robbins, poi film nel 1961 (recentemente rivisitato da Steven Spielberg) trasponeva la vicenda da Verona a New York; il balletto di Mancini, invece, non ci parla di amanti provenienti da etnie diverse oppure da famiglie rivali. Evoca, piuttosto, l’amore tra persone dello stesso sesso, andando comunque ‘oltre l’arcobaleno’ per raggiungere una fratellanza più estesa. Molti “Giulietti”, e una “Giulietta”, si fanno rappresentanti dei temperamenti umani (qui sono sei, non più quattro), ognuno simboleggiato da un colore diverso della iconica “Rainbow Flag”: Mattia Tortora (Compagnia Daniele Cipriani), Simone Agrò, Michele Consoli, Bryan Ramirez, Michele Satriano, (Teatro dell’Opera di Roma); Rebecca Bianchi (Teatro dell’Opera di Roma).