di Gianni Amodeo. Foto di Francesco Albertini
Leggerezza, con bel gradimento e tanto brio. E’ la giocosa chiave, con cui l’ Aquilone ha aperto la stagione teatrale, edizione 2023, con la messa in scena di ‘O raggio ‘e sole su testo, ispirato in libero adattamento da Gennariello, commedia di Eduardo De Filipppo, ed elaborato da Salvatore Sgambati, regista , nello stesso tempo, della rappresentazione. Un fluido atto unico per la durata di un’ora volata in … un istante, lasciando le sensazioni delle semplici e buone cose della normale quotidianità, proposto in tre serate di programmazione, con l’anteprima dello spettacolo mattutino, riservato alle ragazze e ai ragazzi della comunità scolastica dell’Istituto comprensivo Manzoni di Mugnano del Cardinale.
E così il palco del Colosseo si è animato e ravvivato con la scorrevole sequenza di quattro appuntamenti, salutati dall’en plein del pubblico per un onore che era già stato reso e annunciato, andando … sulla fiducia accreditata da precedenti performance, con l’esaurimento in pre-vendita delle prenotazioni per i biglietti d’ingresso, fatto registrare al botteghino di via Marconi nel giro di appena due giorni. Un saluto da sold out e con tanti applausi, pari a quello con cui il Gruppo dei teatranti dell’Aquilone era stato gratificato a fine settembre per la messa in scena di E’ finito il teatrino, raffinata e vivace rivisitazione di Fuori nevica, la commedia di Vincenzo Salemme che gioca sul registro dei doppi sensi, in cui s’incrociano la normalità convenzionale e la normalità disturbata, generando situazioni impreviste e imprevedibili, che oscillano tra l’esilarante e la discreta riflessione, i divertenti pregiudizi della banalità e le ossessioni inguaribili, per quanto ostinate e insistenti, negatrici perfino dell’evidenza della realtà.
Il terrazzino–agorà di don Gennaro e donna Concetta
‘O raggio ‘e sole spunta in una bella e serena mattinata di limpido cielo sul terrazzino della casa, in cui abitano da sempre don Gennaro e donna Concetta, piuttosto avanti con gli anni, insieme con il figlio Tommasino che ha difficoltà di abilità motoria ed è assillato da un’insaziabile voracità di cibo. Una comune famiglia popolana, che vive in un quartiere della Napoli ancorata alla stereotipata immagine delle stese dei panni di bucato all’aperto, riprodotta nell’essenzialità degli elementi caratteristici. E’ l’apparire del raggio ‘e sole a indurre don Gennaro -, che solitamente s’accompagna in conversazioni a tempo perso con don Matteo, Maestro di disegno ed ospite fisso di casa-, ad una serie di considerazioni parafilosofiche sulla metafora della speranza e del desiderio di vita che trasmette e alimenta il generoso effondersi del raggio, promanando energia e tepore, e con il quale dialoga quasi fosse un amico di lunga data.
Ma è lo stesso raggio ‘e sole che, quasi per rendere banalizzare la filosofia spicciola sciorinata dall’ineffabile don Gennaro, pungola e sollecita la lena di donna Concetta a non indugiare più di tanto a fare la stesa, eseguita a regola d’arte e consolidata esperienza, del fresco bucato – ‘a colata– sul terrazzino che diventa agorà, in cui si muovono vari personaggi con le loro fisime e sogni, intessendo la trama del racconto in scena. Ed ecco, Fedora, sorella di don Gennaro, svampita dagli umori mutevoli ed ospite permanente di casa, che, in attesa di uscire dallo stato di nubile, si diletta nella pittura, componendo interessanti soggetti floreali, di cui ama compiacersi; e poi, c’è Anna Maria, La Brava, che, beandosi della calda lenza ‘e sole, se ne sta nel vano della finestra aperta, con affaccio sul terrazzino–agorà animato più del solito. Di effervescente effetto, i dialoghi che La Brava con spigliato disincanto giovanile intrattiene con donna Concetta, puntigliosa e materna, consigliera giudiziosa.
Godibili, da autentico e vivace divertissement, i movimenti scenici, di cui è protagonista don Gennaro, sia da inventore che escogita il sistema per impedire le bucature delle gomme d’auto, sia da insistente corteggiatore della graziosa Anna Maria, per la quale don Gennaro, ad onta degli anni e delle rimenate verbali che spesso gli rifila donna Concetta per sopirne slanci e ardori, spasima e non le risparmia lodi e complimenti in tutte le occasioni che gli si presentano.
L’invenzione del sistema antibucature di gomme d’auto- la commedia è ambientata negli anni ’30, agli albori della motorizzazione e frequente era il dover ricorrere alle riparazioni … per le bucature- è il grande sogno della ricchezza che insegue don Gennaro, rendendone partecipe anche don Matteo. Un progetto ambizioso che, però, richiede un finanziatore, che don Gennaro immagina possa essere l’Ingegnere Aiello, tutt’altro che interessato alla faccenda, anche se finge d’esserlo, frequentando il terrazzino–agorà, per civettare con la graziosa Anna Maria …. in finestra. Il pour–parler sul progetto, da un verso, tra gli entusiasti don Gennaro e don Matteo, e, dall’altro, l’Ingegnere Aiello, del tutto stranito e distratto per guardare La Brava, è un intenso squarcio di comicità. Uno squarcio, che si dilata, incrociando la scena dei baci che don Gennaro riesce a dare ad Anna Maria, sollevandosi ad altezza della finestra sulla quale è affacciata. Ed è un gioco delle parti, montato senza … cattiveria, bensì con un briciolo di bonaria e divertita malizia, di cui sono partecipi l’ Ingegnere Aiello, don Matteo, la stessa Anna Maria e ‘O Sapunaro. Il gioco non va per le lunghe, con l’irruzione in scena di donna Concetta, decisa e autoritaria, che rivendica la piena appartenenza a sé di don Gennaro, la cui fedeltà coniugale è … sacra. E l’invenzione del sistema anti–bucature finisce tra le carabattole dei desideri.
Occhio alle interpreti e agli interpreti dei personaggi in scena. Fedora, Antonella Lippiello; donna Concetta, Carmen Miele; Anna Maria, La Brava, Chiara Lippiello; don Gennaro, Matteo Monteforte; Tommasino, Leandro Marino; don Matteo, Stefano Colucci; Ingegnere Aiello, Francesco Candela; ‘O Sapunaro, Carlo Acierno. Suggeritrice, Imma Napolitano.
Allestimento scenografico, curato da Pasquale Tarantino e Paolino Albertini. Operatore tecnico per suoni e luci, Stefano Napolitano. Aiuto- regista, Maria Grazia Riccardi. Regia, Salvatore Sgambati.