Alla luce di quanto emerso nel corso del recente confronto – tenutosi presso la sala consiliare del comune di Avellino – tra il sindaco del capoluogo Gianluca Festa, i rappresentanti sindacali ed i lavoratori di Irpiniambiente, il presidente Vittorio D’Alessio e il consiglio d’ambito dell’Ato rifiuti vogliono sgombrare il campo da un equivoco. La decisione di affidare il servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani a una società in house, a totale capitale pubblico, non è frutto di una posizione preconcetta o di un capriccio. Del resto, lo stesso primo cittadino di Avellino afferma che “all’inizio sembrava fossero tutti d’accordo ad affidare il servizio ad una società mista, salvo poi virare sulla newco interamente pubblica”. Il presidente D’Alessio ed il consiglio d’ambito si sono avvalsi di una serie di valutazioni, in primis la relazione ed ilpiano economico e finanziario – quest’ultimo asseverato dalla Deloitte & Touche spa – redatti dal dipartimento di giurisprudenza dell’Università degli Studi Parthenope di Napoli ai sensi del Decreto legislativo 201 del 2022, secondo le quali l’affidamento in house ad una società interamente pubblica avrebbe rappresentato la soluzione migliore per garantire l’efficienza e l’economicità della gestione del ciclo integrato dei rifiuti. La decisione di andare in questa direzione ha, dunque, rappresentato la naturale conseguenza delle accurate valutazioni in merito. Una precisazione doverosa alla luce dei tentativi, arrivati da più parti, di strumentalizzare la posizione dell’Ato rifiuti in merito al percorso individuato per la gestione del ciclo integrato.