(Riceviamo e Pubblichiamo) – Caro dott. Vincenzo Biancardi, Sindaco di Avella, nella nostra citta d’arte (Comune di Avella) le aree di parcheggio destinate a “persone con ridotta capacità motoria” risultano essere un elemento di vitale importanza per la piena integrazione sociale del diversamente abile.
Leggi e regolamenti prevedono facilitazioni per la circolazione e la sosta riconoscendo l’auto privata come “indispensabile ausilio protesico per le persone con limitate o impedite capacità motorie”.
Infatti l’attuale normativa prevede che nelle aree di parcheggio devono comunque essere previsti, nella misura minima di 1 ogni 50 o frazione di 50, posti auto riservati gratuitamente ai veicoli al servizio di persone diversamente abili.
Inoltre prevede che nei casi in cui ricorrono particolari condizioni di invalidità della persona interessata, il Sindaco può, con propria ordinanza, assegnare a titolo gratuito un adeguato spazio di sosta individuato da apposita segnaletica indicante gli estremi del “contrassegno invalidi” del soggetto autorizzato.
Quando si parla di barriere architettoniche il pensiero corre veloce a scale troppo ripide e alle ruote di una carrozzina. I due termini nascondono, invece, una complessità problematica molto più articolata e radicata nella cultura cittadina. Proprio culturale, perché di questo si tratta: di una abitudine mentale che porta a snobbare l’esistenza di tali ostacoli, impedimenti reali della tanto inneggiata integrazione, basta guardare l’occupazione selvaggia dei posti riservati alle persone diversamente abili nelle prossimità degli uffici pubblici (Comune, Comunità Montana, Posta, ecc…) dei luoghi di culto e culturali – ricreativi – sociali), l’occupazione selvaggia dei marciapiedi, con autovetture, con sedie e tavoli, merci, piante e fioriere, e addirittura con contenitori privati di pattumiere …….
Caro Sindaco, nonché Medico di Base, Le barriere architettoniche, per rimuoverle serve più di una legge che ne proponga l’abbattimento o il rispetto. Serve educazione ed amore per il prossimo e nel loro caso specifico rispetto, di tutti e soprattutto di che Amministra, Dirige, Lavora nella cosa pubblica, a chi viene chiesto di essere d’esempio per le attuali e future generazioni.
Caro Sindaco Dott. Vincenzo Biancardi, fatti una passeggiata per la Nostra Citta d’Arte, magari in compagnia degli altri Amministratori, dei dirigenti degli uffici, per rendertene conto che le regole e le leggi non vengono più rispettate. Persino entrare in un esercizio commerciale, per acquistare un oggetto o prendersi un caffè, in alcuni casi è un’impresa.
Eppure gli scivoli non costeranno certamente una enormità ma menomale che a non averceli sono davvero in pochi. Chi non li ha realizzati risponde con frasi di circostanze come “Non ci abbiamo mai pensato” mi ha detto imbarazzato qualche commerciante, rispondendo alla provocazione sul perché non abbiano rimosso le barriere, e qualcun altro che usa la solita frase di convenienza “ Non ce n’è bisogno, se un disabile vuole entrare nel mio negozio o bar sono io ad aiutarlo”.
Come se l’accessibilità fosse una concessione, un privilegio e non un diritto.
Le contraddizioni più lampanti si raccolgono in quegli esercizi che esercitano funzioni sociali centrali, come Banche o uffici sparsi sul territorio comunale. “Si parla spesso dell’abbattimento delle barriere architettoniche e della facilitazione all’accesso, invece dobbiamo pietire un aiuto che penalizza oltre il loro Handicap le persone diversamente abili. “ Cosi mi diceva ieri sera un cittadino, che ha trovato in suo posto riservato a persona diversamente abile da una ragazza, di aver perso il conto delle troppe discriminazioni subite e l’occupazione del posto a lui destinato.
Caro Sindaco questa è la summa di una verità tragicamente culturale tutta Avella che ti (vi) chiama a gran voce “ ripristinate il rispetto del vivere sociale e delle regole, per evitare il declino di una società e delle future generazioni.
Firmato un cittadino di Avella
Felice Gaglione