Il compositore e musicista milanese chiuderà la stagione teatrale avellinese con un concerto per “Piano Solo” che spazierà da Carosone al jazz, ai ritmi carioca alle composizioni dell’ultimo album “Blooming”
Avellino, giovedì 4 maggio 2023 – Ha suonato nei tempi della musica jazz di tutto il mondo, dalla Town Hall di New York, a La Scala di Milano, passando per Umbria Jazz e il piccolo schermo.
Nella sua lunga carriera ha suonato al fianco di artisti del calibro di Pat Metheny, Richard Galliano, Bill Frisell, Chico Buarque, Caetano Veloso, Chick Corea ed Enrico Rava.
Nel 2007 la prestigiosa rivista “Allaboutjazz” lo inserisce nell’elenco dei cinque migliori musicisti dell’anno insieme a mostri sacri quali Dave Brubeck, Ornette Coleman, Charles Mingus e Sonny Rollins.
Nel 2010 con il direttore d’orchestra Riccardo Chailly incide “Rhapsody in Blue e Concerto in Fa” di Gershwin con il quale vince il Disco di Platino con oltre 70.000 copie vendute.
Domenica 7 maggio, alle ore 21, il Teatro “Carlo Gesualdo” abbraccia la musica, l’estro, la magia e i colori di Stefano Bollani che si esibirà in “Piano Solo”, ultimo spettacolo della stagione del Massimo di Avellino.
Piano Solo, più che un tradizionale concerto al pianoforte, è un omaggio all’arte dell’improvvisazione. Nel momento in cui Stefano Bollani sale sul palco per il suo one man show, tutto può accadere. Non esiste nessuna scaletta, nessun programma di sala a cui aggrapparsi per seguire il succedersi dei brani. Lo spettatore è trascinato in un’avventura ogni sera diversa, un viaggio a perdifiato attraverso orizzonti musicali solo apparentemente lontani.
Si può passare così dalle sue composizioni a Carosone, dal jazz ai ritmi brasiliani, con improvvise incursioni nel pop o nel repertorio italiano degli anni Quaranta. In questo vero e proprio flusso di coscienza musicale, il riso e l’emozione si mescolano.
Una sola cosa è certa, alla fine del concerto sarà il pubblico a decidere il bis. Bollani diligentemente segna ed esegue sul momento i pezzi richiesti: un medley imprevedibile in cui il virtuosismo si mescola all’irriverenza.