Manca l’educazione a tutti i livelli non c’è dubbio!
In una società del tutto e subito non c’è più spazio al dialogo e al confronto, come analfabeti anaffettivi non abbiamo tempo e pazienza.
Davanti al bisogno scappiamo, siamo sempre diffidenti e manchevoli, agiamo con cattiveria e supponenza, l’altro è un fastidio e un problema. Non abbiamo nessuna intenzione di dedicare tempo e sostegno, di ascoltare e di intervenire, giriamo i tacchi e ci voltiamo dall’altra incuranti delle conseguenze.
Ci infastidisce ogni cosa, nel chiuso di un cervello ammuffito generiamo pensieri malvagi e negativi, l’altro è un ingombro da liquidare velocemente, nessuna attenzione o disponibilità neanche davanti a un giovane adolescente che chiede ai passanti di chiamare la mamma, per aver dimenticato un telefono.
Spiazzante la risposta, un diniego e tanta indifferenza, ma che razza di persone vivono in questa città? Che razza di giovani stiamo crescendo nella bambagia, che con le tasche piene e le teste calde attaccano passanti e tifosi napoletani che festeggiano? Che razza di educazione è stata loro impartita, che male pervade le nostre esistenze per meritare tanta violenza gratuita?
Mi metto nei panni di chi subisce, di chi è stanco di assistere e di sentire il peso del degrado umano e ambientale che si respira in questa città, dove ognuno si sente in dovere di fare ciò che vuole.
Senza nessuna accortezza e gentilezza diventiamo “selvaggi, analfabeti e anaffettivi” privi di senso civico.
Un’asimmetria, un allontanamento volontario da tutto quello che riguarda la responsabilità.
Il pensiero si uniforma, non abbiamo più confini netti in cui identificarci con le regole e con il rispetto, restiamo in zone franche, arrugginiti e inattivi, senza anima.
Finché non riportiamo all’attenzione il tema della rieducazione nelle nostre esistenze non meravigliamoci se, per strada, vige l’incomunicabilità, l’inciviltà e il caos.