“Come dimostra il nuovo grave fatto di violenza avvenuto oggi di un detenuto che ha colpito con una testata un agente di Polizia penitenziaria fratturandogli il naso non bastano i trasferimenti dal carcere di Avellino dopo la rivolta delle ultime ore per ristabilire un clima di normalità”. Così Aldo Di Giacomo, segretario S.PP., che aggiunge: “di fronte alla violenta rivolta e alla nuova aggressione fa specie assistere ai goffi tentativi di alimentare una campagna buonista a favore di questi detenuti. Lo Stato forse mai come in questa circostanza deve di dimostrare da che parte sta: dalla parte dei servitori dello Stato che rischiano la vita per garantire il controllo del carcere o da quella delle violente espressioni di clan dediti allo spaccio di droga che vorrebbero comandare loro. Per questo è ancora più
grave il comportamento di chi vestendo i panni di Garante dei detenuti distorce la realtà dei fatti con la solita narrazione dei detenuti vittime e degli agenti “aguzzini”. La realtà è che resta alta la tensione nel carcere di Avellino e pertanto si richiedono misure eccezionali e non certo di ordinaria amministrazione. Siamo inoltre in attesa di come si traduca in fatti l’annuncio dell’Amministrazione Penitenziaria della dotazione di nuovi strumenti e mezzi al personale e sulla sperimentazione delle nuove armi individuali e di reparto. Ci continua a preoccupare – afferma Di Giacomo – il segnale lanciato dalla rivolta di Avellino agli appartenenti a clan di camorra, mafia, ‘ndrangheta e di criminalità organizzata richiusi nei penitenziari del Paese. Non dimentichiamo la tragica stagione della primavera 2020 quando bastò appunto una scintilla per scatenare rivolte a catena in una sessantina di carceri.
Bisogna rafforzare la vigilanza ed assicurare che le carceri non cadano nelle mani di quanti continuano a comandare dalle celle dentro e fuori”.