di Antonio Castaldo
A Pomigliano d’Arco, sul suo polo industriale, il 30 maggio del 1943, ad inizio della “Campagna d’Italia” nella Seconda Guerra Mondiale, vennero scaraventati 123mila chili di bombe. Da 59 “Fortezze Volanti”, i famigerati quadrimotori “Boeing B-17 Flying Fortress” degli USA vennero lanciate 404 bombe, al 60% di tritolo, e 3594 bombe a frammentazione, come si apprende dalla lettura del libro “Una Domenica di Maggio. Il 1943 all’Alfa Romeo e a Pomigliano d’Arco”, scritto dal Prof. Aniello Cimitile, Colonnese Editore,Napoli 2023. Quest’opera è stata presentata martedì, 30 maggio 2023, Ottantesimo Anniversario del ricordato avvenimento, in Avio Aero presso l’Auditorium Romeo Stabilimento di Pomigliano d’Arco con la gentile accoglienza di Enzo Vegniente e un buffet conclusivo.
Prima che l’autore prendesse parola, ci sono stati alcuni pregnanti interventi. Roberto Bertaina, Direttore Avio Aero Stabilimento di Pomigliano d’Arco ha precisato: «Memoria storica di una Comunità che parte dal 1939 ai giorni nostri, non è solo storia di un evento e di uno stabilimento, è anche responsabilità sociale nel costruire l’aeronautica con la comunità ed è senso di appartenenza dove si sono succedute le generazioni di padri in figli».
Gioacchino Ficano, GSC Operations Leader Avio Aero, ha ricordato: «In questi ultimi cinque anni, con la pandemia, il crollo e la ripresa del lavoro, qui mi sono trovato a condividere i valori, quelli detti e quelli non detti. Oggi si mette luce su fatti di 80 anni fa per una Resistenza che è passata in secondo piano rispetto a quella Tosco-Emiliana. Questo libro mi ha commosso. Oggi abbiamo partecipato alla Messa leggendo i nomi dei Caduti dalla Lapide a loro dedicata con due nomi aggiunti, grazie ad Aniello Cimitile».
Giuseppe Pesce, giornalista e saggista, autore con Aldo Zappalà del documentario “Un’auto targata Sud” del 2012 trasmesso dalla Rai, si è così espresso: «Il professore Aniello Cimitile sente come imperativo categorico quello di raccogliere i cocci di una storia e come abilissimo storyteller, partendo dai pochi dati che esistevano, ha scritto “Una Domenica di Maggio”. Le pagine di questa narrazione sono coinvolgenti, sono racconti di uomini e donne, di piccole storie nella grande Storia. Ma Pomigliano è un avamposto della Storia, dove le cose accadono prima. Storia operaia, scherzo del destino con Mussolini e Romeo, le fabbriche di Pomigliano dalle cui scintille nacquero grandi rivoluzioni, la coscienza operaia, 80 anni di tante primavere anche se non arrivava mai l’estate. Il tragico evento sensibilmente ricordato da questa azienda serve appunto per ricordare, trattenere con il cuore, diversamente dal dimenticare, perdere dalla mente».
Ciro Raia, Coordinatore Regionale ANPI Campania, ha sottolineato: «Quest’anno è anche l’Ottantesimo Anniversario delle Quattro Giornate di Napoli. Appena ho divorato questo libro ho iniziato a riflette, a pormi una domanda sulla storia generale d’Italia e dell’Europa che pare essere una media fra quanto successo a Nord e quanto a Sud e sembrano essere accadute più cose buone al Nord e meno al Sud. Lo storico locale è da rivalutare, egli è un ricercatore, amante di fatti e sentimenti di appartenenza, è un inventore, nel senso di invenire, portare alla luce. Lo storico locale con forte passione animata da curiosità, cura, attenzione e profondità con cui racconta le cose fatte emergere. Cimitile ha dimostrato che la vera montagna di fatti è nel presente per ricostruire il passato con un affascinante modo di procedere. I ricordi sono personali, ma ciò che ha dato come contributo Cimitile è la costruzione della Memoria che è collettiva, in cui si costruisce la capacità di essere in questo presente per costruire il futuro, mentre noi viviamo il futuro di chi si è sacrificato per il nostro presente».
L’accademico Aniello Cimitile, cittadino pomiglianese, ex Presidente della Provincia di Benevento (2008-2014), è stato Rettore dell’Università degli Studi del Sannio (2000-2006) e dell’Università Telematica Unitelma Sapienza (2007-2012), egià autore di “Sopra le macerie. Alle origini del più grande polo industriale del Mezzogiorno: i lavoratori e l’Alfa Romeo di Pomigliano”, Tullio Pironti Editore, Napoli 2021. Nella presentazione della sua ultima sua opera, “Una Domenica di Maggio”, per la cui redazione ha avuto accesso “all’archivio di Arese del grande Ugo Gobbato”, Aniello Cimitile si è chiesto: «Dove stavano questi morti sotto le bombe? Il dramma dei morti, dei mutilati, degli orfani. In una relazione di 11 pagine c’è una sola pagina con 19 morti segnalati e 4,5 vittime fra gli operai delle imprese. La Memoria storica orale ci dice di 47 morti portati alla Chiesa di Santa Maria, ma non c’è traccia nel suo Libro dei Morti. La Lapide riporta 23 nomi ed il volto stampato sulla copertina del mio libro è quella di Coppola Trusiana, 17 anni che potrebbe ispirare l’istituzione di un monumento da dedicare al sacrificio delle donne. Città come Pomigliano d’Arco sono Città Martiri della Lotta di Liberazione, punti di attrazione delle bombe sia per le fabbriche e sia per i tedeschi presenti i quali nella loro ritirata fecero terra bruciata».
Il sociologo e giornalista Antonio Castaldo, che ha seguito questo incontro di presentazione dell’ultima opera del Prof. Aniello Cimitile grazie all’invito dell’ex dipendente Avio Aero, Maestro del Lavoro, Antonio Cipollaro, ha rilevato «l’emozionate apporto di Memoria dato dall’ultimo lavoro diAniello Cimitile il quale nell’80esimo del bombardamento a Pomigliano, riaccende i miei ricordi di bambino, ricevente semi di crescita per il futuro ricercatore di storia sociale, quando mia madre Rosa Di Maio mi raccontava di quella domenica del 30 maggio 1943 e delle Taverne di Mariglianella in festa per la Madonna della Sanità con all’improvviso dal cielo scaraventarsi una pioggia di morte e distruzione. Inoltre l’accesso al sito industriale Avio Aero, mi porta il pensiero a mio padre Ciro, la cui seconda parte della sua vita lavorativa ha speso proprio in questo stabilimento. A me varcare i tornelli dell’Avio Aero mi ha anche riportato, dopo 45 anni, ai miei vent’anni ed al lavoro alla catena di montaggio della Volkswagen Werk a Wolfsburg in Germania. Tale fabbrica venne fondata nel 1938 da Adolf Hitler, con una cerimonia svolta venti giorni dopo la sua visita in Italia con presenza a Napoli il 5 maggio, così come a Pomigliano, un anno dopo, il 1° aprile 1939 avveniva la visita di Benito Mussolini per l’avvio della costruzione dell’Alfa Romeo. Secondo una mia ricerca, in quel tremendo 30 maggio 1943,anche a Brusciano ci furono dei morti, sotto le bombe degli Alleati caddero 6 bruscianesi: De Martino Francesco; Vivolo Giovannina; Terracciano Giuseppe; Fratiello Domenico; Di Maio Francesco; Toppi Antonio. Dalla ricerca di Aniello Cimitile su Pomgliano si apprende della morte di un altro bruscianese, Fratiello Raffaele 19 anni, ivi abitante in Via Guidoni n. 10. Ed infine, quasi come per un colpo di scena narrativo, ecco che tramite lo stesso sagace autore, si viene a conoscenza di un superstite, altro bruscianese, Carmine Antonio Panico, il quale portato tra i cadaveri alla Chiesa di Santa Maria, veniva individuato, tramite il segno “esse” sulla suola di una sua scarpa, da sua madre che affranta avvicinandosi al corpo del figlio scopriva che egli era ancora in vita e, seppur gravemente ferito, in tempo per essere salvato».
La nota editoriale che accompagna la pubblicazione di “Una Domenica di Maggio” di Aniello Cimitile così si chiude: «Quanti furono i morti? Chi erano? Che storie raccontano? Per Pomigliano, come per tanti altri paesi del sud, c’è stata più voglia di dimenticare che di ricordare. Invece bisognerebbe provare a entrare nelle loro case, a camminare per le loro strade, a condividerne sentimenti e paure, a ritrovare senso e valore delle loro vite rubate».