Sulla morte del giovane chef baianese Raffaele Casale, avvenuta nell’agosto di sei anni fa, in un sinistro stradale in via Martiri di Palermo a Trani, potrebbe finalmente arrivare la verità, morte del giovane 29enne che secondo il papà Felice Casale non è stata mai fatta piena luce e per il quale i genitori di Raffaele continuano a combattere per appurare di chi sono le responsabilità. Per l’11 luglio nell’aula Gup del Tribunale di Trani è stato fissato l’incidente probatorio per la triste vicenda. Scarsa illuminazione della strada, una pista ciclabile dissestata e sotto sequestro e un tappeto di aghi di pino che rendono quasi sdrucciolevole l’asfalto: a parere di Felice, il padre di Raffaele, sono queste le concause che hanno provocato la perdita di controllo della moto di suo figlio. Grazie alla caparbietà del papà Felice e che si è evitato che l’inchiesta fosse archiviata dal Gip Lucia Anna Altamura che aveva chiesto indagini suppletive; ma che anzi allo stato attuale risultino esservi cinque persone indagate con l’accusa di concorso per omicidio stradale per la morte di Raffaele: Isabella De Feo, la donna che conduceva la vettura che precedeva la moto di Raffaele; Giovanni di Donna, all’epoca a capo dell’ufficio tecnico del Comune, Francesco Patruno, funzionario del Comune di Trani, il comandante della Polizia Locale Leonardo Cuocci e Alessandro Guadagnolo, l’ex amministratore unico di AMIU. Nominato anche il perito dell’incidente probatorio, l’ingegnere forense Mario Scipione. Per tutti l’iscrizione nel registro degli indagati è con l’accusa di concorso in omicidio stradale.