In occasione dell’evento del 9 Luglio in cui sarà possibile viaggiare sul treno storico della linea Avellino – Rocchetta-Sant’Antonio (per maggiori informazioni consultare il sito di Irpinia Express), riproponiamo quest’articolo del 2021 dedicato al paese di Monteverde.
I viaggiatori, infatti, nell’occasione, scenderanno alla stazione di Calitri per poi essere trasferiti in navetta a Monteverde, con visita al centro storico del paese e pranzo a cura della Pro Loco. Un’occasione per approfondire la storia di questo affascinante paese al confine tra Campania, Basilicata e Puglia.
Monteverde, Alta Irpinia: sulle tracce di Mario Draghi. Un viaggio alla ricerca delle sue origini irpine
di Valentina Guerriero
Siamo qui a Monteverde, in Alta Irpinia, sulle tracce di Mario Draghi. È strano pensare che le origini dell’ex capo della Banca Centrale Europea (dal 2011 al 2019), ora nuovo Presidente del Consiglio dei Ministri della Repubblica Italiana, uno degli uomini più potenti del mondo, affondino in un paese così lontano da tutto e da tutti, Monteverde, di poco più di 700 abitanti, posto su di un triplice confine, quello tra Campania, Basilicata e Puglia, e affacciato sul tanto sconfinato quanto disabitato altopiano del Formicoso, granaio d’Italia.
Ci siamo stati nel giorno precedente alla chiusura della Campania in zona arancione per capire meglio la nostra attuale situazione politica e interrogare qualche abitante. Il collegamento tra Monteverde e Mario Draghi è da ricondursi alla madre, Ermenegilda Mancini, detta Gilda, figlia di farmacisti. Al paese è ancora possibile vedere la loro farmacia Mancini, adesso non più in attività. Se infatti i nonni di Draghi erano farmacisti – coltivavano e raccoglievano le erbe medicinali nel Formicoso, preparando i medicamenti in prima persona, come si usava a quel tempo – Gilda, la loro figlia, era invece una maestra che insegnò alcuni anni anche a Monteverde, per poi spostarsi a Roma, dove sposò il marito padovano, Carlo Draghi, un uomo già collegato all’ambiente bancario. Gilda è ben ricordata dagli abitanti del paese, in quanto alcuni sono stati suoi alunni. Entrambi i genitori di Mario Draghi però morirono presto, la madre Gilda quando Mario aveva circa 16 anni, il padre pochi anni dopo. Draghi si formerà poi al prestigioso MIT, Massachusetts Institute of Technology. Tornò spesso a Monteverde, dove aveva le proprietà di famiglia e andava a trovare i nonni Mancini, ed in ultimo vi si recò per vendere i suoi terreni. Andava talvolta a mangiare in alcuni ristoranti della zona, insieme allo zio Fulvio, fratello della madre che aveva preso in eredità la farmacia, tra cui il ristorante Sogno d’oro.
Osservando le foto affiancate di Mario Draghi e della madre Gilda è possibile notare la somiglianza straordinaria tra i due; quindi, per quanto il presidente non abbia vissuto a Monteverde, se non per qualche estate, non si può negare che porti con sé qualcosa di irpino nel suo patrimonio genetico.
TPI.t, Alle origini di Mario Draghi: la madre maestra elementare e quello zio che pronosticò il suo successo. Flavio Pagano.
Da Francesco de Sanctis in poi: l’Irpinia che favorisce l’impegno
Monteverde ha una struttura simile agli altri paesi vicini, come Cairano, Calitri o Sant’Agata di Puglia, arroccati ognuno sulla sua altura, compatti e affacciati su enormi distese di grano. Nonostante si tratti di paesi isolati, caratterizzati da una terra fertile e da pochissimi abitanti, in passato e ancor meno oggi, scollegati come sono dalle strade di grande traffico, non è raro che nel tempo abbiano dato i natali a persone di rilievo e politici, e potrebbe essere lecito chiedersi perché.
La vicina Morra De Sanctis ha dato origine a Francesco De Sanctis (1817-1883), tra i più importanti critici della letteratura italiana nonché politico, e da qui, grazie al suo esempio, ne è sicuramente rimasta influenzata una gran parte di popolazione. La figura di un uomo come De Sanctis, che fin da giovane aveva mostrato talento nello studio, essendo in grado di declamare senza alcuna difficoltà, a memoria, i versi dei grandi poeti, poi spostato a Napoli per completare il suo percorso (tutto è raccontato molto bene nel suo libro La Giovinezza, in cui viene descritto anche il tragitto in diligenza che faceva per tornare da Napoli a Morra), confermava l’idea che grazie all’istruzione, impegno e dei saldi principi era possibile affrancarsi dalle difficoltà della propria terra d’origine.
Da De Sanctis in poi, in Irpinia, hanno continuato ad emergere ottime menti. Le strane condizioni di questi paesi, nonché la loro specifica storia, in qualche modo hanno aiutato la formazione di uomini poi giunti ai massimi livelli. In diversi campi, non solo quello politico: come quello della biochimica, della storia, della letteratura. Ad esempio, tanto per citarne uno, vive a Bisaccia (il cui territorio confina con Monteverde) uno dei massimi esperti mondiali su Orazio, Antonio La Penna (95 anni, classe 1925). D’altronde, lo stesso Orazio nacque a Venosa, quindi il tutto non dovrebbe stupire, visto che la zona contiene in sé anche le condizioni favorevoli allo studio della materia, per la presenza di numerosissimi reperti archeologici.
Senza poi volerci mettere ad elencare i quasi ancora attuali politici della Democrazia Cristiana, è comunque semplice rendersi conto che in questa terra, dalla densità abitativa decisamente ristretta, tra sconfinate distese di grano, qualche animale da pascolo, una decina di galline per famiglia e una moltitudine di piccoli paesi, vede un’alta concentrazione di personalità di rilievo, fenomeno che ad un primo impatto sembra andare contro le normali logiche e buona parte delle leggi probabilistiche. I dettagli di ciò sarebbero controversi da argomentare e porterebbero a molte domande: cos’è che rende questa zona fertile dal punto di vista umano, quando difficilmente ci si scommetterebbe al riguardo? Potrebbero c’entrare le tracce degli antichi sanniti, un popolo determinato e colto? E quali sono le condizioni che permettono ad un piccolo paese di far sviluppare queste persone? I principi e la tranquillità di questi luoghi favoriscono gli studi? In ogni caso, anche se molte di queste domande possono restare insolute, resta interessante una visita a Monteverde.
Monteverde e il lago artificiale S.Pietro
Fa parte di Monteverde il vicino lago S.Pietro, creato grazie ad una diga artificiale negli anni ’50-’60 e teatro di giochi d’acqua in occasione di una spettacolare festa dedicata a S.Gerardo, interrotta dal 2016 a causa di alcuni problemi. Oggetto di critiche ambientali per gli sprechi d’acqua, indubbiamente ferma anche a causa del periodo pandemico, la festa è però sempre ricordata con estremo piacere da chi in passato vi ha potuto partecipare. In ogni caso, si può giungere a Monteverde per fare una semplice passeggiata sul lago, il quale presenta al suo intorno anche delle aree per fare pic-nic.
L’acqua immagazzinata nel lago artificiale, proveniente da uno sbarramento del torrente Osento (affluente dell’Ofanto), viene utilizzata per irrigare i campi nei periodi di siccità. Ovviamente, il lago S.Pietro non sempre si presenta completamente pieno d’acqua come in inverno, ma in estate potrebbe risultare svuotato. Interessante è la presenza di fauna selvatica (che caratterizza anche Conza, dove c’è un oasi WWF), in particolare quella del falco e della rara cicogna nera.
Per quanto riguarda invece il paese, ci sono diversi percorsi possibili da poter fare a piedi: uno conduce al castello ed un altro alla croce. Dal castello il panorama, pregevole, si estende su tutto il Formicoso.
Rispetto ad altri comuni della zona, non si può non notare che Monteverde si presenta straordinariamente ben tenuto ed è annoverato infatti nel circuito dei Borghi più belli d’Italia; arriva secondo nel 2015 al concorso Il Borgo dei Borghi promosso dal programma tv Kilimangiaro e vince anche il premio europeo Access City Award 2019, un premio dedicato all’accessibilità, che seleziona paesi fruibili da persone con disabilità.
Sulla strada per Monteverde: Aquilonia, antica città sannita
Ma Monteverde non è l’unico punto interessante da visitare nel caso in un giorno di sole si decida di spingersi fino a qui. I paesi più vicini sono Lacedonia, Sant’Agata di Puglia, Aquilonia. Aquilonia è un altro paese interessantissimo che si può visitare viaggiando verso Monteverde. Si tratta di un antico centro sannita, al tempo dei romani sede di numerosi scontri, tra cui la famosa battaglia di Aquilonia (293 a.C.), l’ultima delle guerre sannitiche. Lo scontro, secondo alcuni storici, sarebbe avvenuto nei pressi del torrente Calaggio (vi è anche l’area di servizio autostradale che prende questo nome), a cui presero parte più di sessantamila uomini. Anche se c’è ancora qualche perplessità sull’effettiva sede di alcune battaglie e sul posizionamento dell’antica Aquilonia (il centro principale di Aquilonia si spostò più volte nel corso dei secoli), è certo invece che tutta la zona ai tempi era popolata dai Sanniti, popolo che sempre diede del filo da torcere ai romani. Con tale denominazione si indicano, infatti, vari popoli (tra cui gli Irpini) che abitavano l’Italia centro-meridionale prima dell’estensione del dominio romano; popolazioni che resistevano all’impero, dando luogo alle guerre sannitiche e successivamente alleati con Annibale durante la seconda guerra punica. Solo alla fine i romani riuscirono a piegare questo popolo astuto e ribelle, e con non poche difficoltà.
Da visitare ad Aquilonia ci sono il Museo Etnografico “Beniamino Tartaglia” e il sito archeologico di Carbonara. Aquilonia venne distrutta e ricostruita più volte nel corso dei secoli, tra cui una in periodo medioevale, in cui risorse con il nome di Carbonara. Ebbe poi svariate vicissitudini legate alla presenza di briganti, come Carmine Crocco, che non riconoscevano l’Unità d’Italia ed erano filo-borbonici; quando i piemontesi andarono a sedare le rivolte, gli eventi sfociarono in numerose uccisioni e la distruzione del paese. Nel 1861, dopo questi episodi sanguinari, fu ordinato di abbandonare Carbonara e di ricostruire un nuovo paese poco più avanti, con l’antico nome di Aquilonia. Ma giunse non molto dopo il terremoto del 1930 (anche detto terremoto del Vulture, meno famoso di quello dell’80) e che fece moltissime vittime: solo donne e bambini, poiché gli uomini quel giorno, il 23 Luglio 1930, erano nei campi ad arare. Qualcuno si salvò, ma le vittime furono davvero molte, e il paese fu distrutto per l’ennesima volta. Il sito archeologico di Carbonara mostra i resti della città esistente prima del terremoto.
La città non dice il suo passato, lo contiene come le linee di una mano, scritto negli spigoli delle vie, nelle griglie delle finestre, negli scorrimano delle strade.
Italo Calvino, Le Città Invisibili
Il viaggio per Monteverde: possibili tragitti
Per giungere a Monteverde venendo da Avellino (un’ora e trenta di viaggio) e analogamente da Napoli (due ore) ci sono varie strade: la più rapida e comoda è sicuramente l’autostrada, con uscita Lacedonia, ma è anche molto suggestiva, specialmente se non avete limitazioni di tempo o venite da più vicino, l’Ofantina con due possibili deviazioni.
Noi la percorriamo alla vigilia della nuova chiusura in orange zone, incontrando prima la Piana del Dragone inaspettatamente carica d’acqua (si tratta di di un bacino alluvionale, che nei mesi invernali diventa il Lago Dragone), si susseguono poi alla vista i paesi di Conza con il suo lago di Conza, e la rupe di Cairano. Avvicinandosi a Calitri resta da scegliere la strada più opportuna: sono pochissime le ore di luce, forse meno di una, in questa toccata e fuga che porta a Monteverde, perciò è importante non sbagliare, dato che esiste anche la possibilità di imbattersi in strade innevate o dissestate e occorre giungere al lago prima che faccia buio. La neve ci accompagna bordo strada per buona parte del tragitto. Le persone incontrate, dei paesi che tocchiamo, sanno poco e niente di come poter raggiungere Monteverde. Una signora molto gentile ci spiega che c’è stata una volta sola, dieci anni prima, per la festa sul lago dedicata a S.Gerardo, che trovò meravigliosa, ma non ricorda più come si ritorni a Monteverde. Ogni persona incontrata dà una sua visione diversa della possibile strada, ma non tutti sono aperti, anzi, qualcuno si chiede anche perché siamo giunti fin lì. In effetti, percorrendo le meravigliose strade sul Formicoso, non si incontrano per niente auto, ma solo pale eoliche, qualche cane e chiazze di neve, e può sembrare strana la presenza di visitatori. Una possibilità sarebbe scendere come per andare ai laghi di Monticchio (vulcanici e meta turistica ben più famosa del lago di Monteverde) verso Rionero in Vulture e poi risalire per Monteverde ed il suo lago, passando così per le tortuose colline che annunciano l’entrata in Basilicata. Oppure girare verso nord-est per Aquilonia, costeggiando l’altopiano del Formicoso. Scegliamo questa seconda opzione, per arrivare dritti sul lago. Scelta felice. Ad Aquilonia si incontrano i suddetti antichi resti di Carbonara e una bellissima veduta da lontano di Monteverde.
Un’altra sosta interessante da effettuare, a tema “Draghi”, sarebbe il ristorante Sogno d’oro dove il Presidente si recava insieme agli altri membri della sua famiglia (come lo zio Fulvio, farmacista, fratello della madre Gilda) e dove è stato ri-allestito un “menu Draghi” ispirato a quello che Mario aveva ordinato: cavatelli fatti a mano con braciola (la pasta può essere servita in una spasetta, cioè in un piatto più grande), soffritto di maiale e altre specialità della cucina irpina. La signora del ristorante, che telefoniamo, ci racconta che quando arrivò Draghi con la famiglia lei aveva solo dieci anni, ma che ricorda tutto molto nitidamente.
“Qui è tanta poesia, dicevo, e costoro pensano a Cupido con le ali.“
(Francesco De Sanctis, Lacedonia, Viaggio Elettorale. Giunto in paese, gli viene chiesto di ricordare un sonetto che parla di Cupido, e lui invece rimasto solo s’affaccia a contemplare il panorama)
Il cane del paese Ciccio, intento a contemplare il panorama.
Libri consigliati:
La giovinezza, Francesco de Sanctis
Viaggio Elettorale, Francesco de Sanctis
Alla caccia dei briganti – Gaetano Negri
Bisaccia e il demanio del Formicoso – Gianfranco Stanco
Fonti:
https://www.tpi.it/cronaca/draghi-madre-maestra-elementare-viaggio-a-monteverde-20210204737794/ – TPI (Interessantissimo articolo di Flavio Pagano, che ha in esclusiva una foto della madre di Draghi)
Comune di Monteverde – https://www.comune.monteverde.av.it/
Comune di Aquilonia – https://www.comune.aquilonia.av.it – Access City Award 2019 – ac.europa.eu
Antonio La Penna – https://www.treccani.it/enciclopedia/antonio-la-penna
Irpinia News
Ristorante Sogno D’Oro, 0827 86108, Via Carbonaria, 59, 83049, Monteverde