L’italia chiede al Museo del Louvre la restituzione di sette preziosi reperti archeologici. Una prima richiesta di restituzione delle opere d’arte era già stata presentata dal Ministero della Cultura italiana alla Francia nel 2018, ritorna poi alla carica nel 2022 Luigi La Rocca, direttore generale per l’Archeologia del Mic. Nel febbraio 2023 il Ministro San Giuliano, in occasione dell’incontro a Parigi con la direttrice Laurence Des Cars, presenta un accurato dossier predisposto dagli uffici competenti del ministero della Cultura sui reperti archeologici attualmente nelle collezioni del museo francese trafugati e illecitamente esportati dall’Italia, ponendo la questione della loro restituzione. Ne è scaturito un dialogo costruttivo, tra il ministero della Cultura e il museo francese, con il comune obiettivo della tutela del patrimonio culturale e della lotta al traffico illecito dei beni culturali.
Tra i pezzi attenzionati e dall’origine incerta, il Vaso antico del Pittore di Ixion (circa 330 a. C), un’opera firmata dal pittore di Antiménès ornata di scene mitologiche (acquistata all’antiquario siciliano Gianfranco Becchina per 290mila dollari) e un paio di nereidi, ninfe del mare, originarie delle Puglie.
Il pezzo forte richiesto è sicuramente l’Anfora a sfondo nero (datata V secolo) attribuita al “Pittore di Berlino”, artista mai identificato, signore assoluto della ceramica ellenica.
La notizia è rimbalzata sulle pagine di Le Monde’ confermata dallo stesso Museo che li aveva acquistati, come si legge sul quotidiano francese, “tra il 1982 e il 1998 in un periodo storico in cui i direttori erano più interessati all’autenticità di un’opera e meno preoccupati della loro provenienza”.
Su questi sette pezzi ci sono seri dubbi sulla paternità delle origini. Si teme che possano esser stati saccheggiati. Perciò, partendo dalla loro rivendicazione, potrebbe esserci un accordo tra Italia e Francia questo autunno, per riportare le opere in patria. Accordo storico, se si pensa che il Louvre, da sempre, non ammette facilmente le sue falle nell’acquisizione delle opere d’arte. Sono passati circa dieci anni – spiega Le Monde – dai primi sospetti su questi pezzi e dall’inizio del dialogo tra i due Paesi.
Laurence des Cars, direttrice del Museo del Louvre, risponde all’Italia proprio attraverso le pagine di questo autunno: “Sono convinta che tutte quelle opere che hanno un dubbia provenienza siano una macchia all’interno delle collezioni del Louvre. Dobbiamo assolutamente prenderci le nostre responsabilità e esaminare quanto accaduto con rigore e lucidità”.
Non ci resta che aspettare la soluzione dell’accordo e riportare in patria cioè è che di diritto del patrimonio culturale italiano
Nunziata Napolitano