Momento di riflessione e raccoglimento di un gruppo di cittadini, che nell’odierna tarda mattinata si è ritrovato nella Villa comunale, per ricordare la tragedia del bombardamento aereo che il 18 settembre del 1943 segnò duramente il territorio e la piccola comunità locale; bombardamento che colpì, in particolare, i caseggiati di via IV Novembre, via Libertà, via Gesù e Maria, oltre che tutte le aree agricole non urbanizzate circostanti la stazione terminale della Circumvesuviana della tratta Napoli – Nola –Baiano, e le aree in prossimità del Cimitero di Avella.
Un atto di semplice testimonianza pubblica senza banali ostentazioni e fronzoli di retorica, reso alle vittime civili di quel drammatico pomeriggio – un dolente elenco di diciannove persone– e alle vittime, che incontrarono la morte in incidenti bellici, accaduti nei giorni e mesi immediatamente successivi alla tragedia di 80 anni fa, – altro triste elenco di undici persone. Il consueto dolente tributo di innocenza immolato al Male delle guerre,- di tutte le guerre-, il cui carico di distruttività umana e di devastazione generale sempre grava sulla gente comune, svilendo e annullando brutalmente i valori della vita.
Per la circostanza, omaggio floreale alla Stele eretta nella Villa comunale in onore delle vittime civili di quei tristi e lontani eventi; ed era il professore Gianni Amodeo, presidente de L’ Incontro, il sodalizio promotore dell’iniziativa, a deporre il fascio di fiori ai piedi dei pannelli marmorei a vela della Stele. Un modo per focalizzare le ragioni del dovere civico della memoria, che aiuta ad evitare e rimuovere il ripetersi delle brutture e del passato.
Puntuali e calzanti le riflessioni del sindaco Enrico Montanaro sul monito che giunge dalla tragedia sperimentata e vissuta nel ’43 dalla comunità locale come da tutti i popoli, -sconvolti dalle vicende della seconda guerra mondiale-, e di ogni guerra. E’ il monito di pace e per la pace – ha affermato- tanto più avvertito e da tradurre nella realtà, se si considerano gli effetti di sofferenza e dolore che nell’intera Europa da oltre un anno comporta la guerra nell’Ucraina,invasa dalla Russia.
Nel drappello di amici che si sono ritrovati in Villa, da rilevare la presenza di Stefano Masi,- classe ’40– , che ha ricordato il fratello Raffaele, vittima di uno degli incidenti bellici accennati. Aveva otto anni ed era intento a giocare con i coetanei. Un gioco, interrotto bruscamente da un’autoblindata americana, lanciata folle corsa, che investì il gruppo, uccidendo sul colpo Raffaele, mentre i restanti quattro compagni di gioco subirono pesanti ferite, con malformazioni restate irreversibili.
I volti dell’innocenza fanciullesca violata e negata.