Ieri pomeriggio 5 ottobre ’23, alle ore 18.00, si è tenuto un convegno presso la sala Consiliare del Municipio di Castel Baronia per la presentazione del libro di Adelmo Cervi, dal titolo “I Miei SETTE PADRI“.Erano presenti Felice Martone (Sindaco di Castel Baronia), Adelmo Cervi (Autore del Libro), Giovanni Capobianco (Presidente Provinciale dell’ ANPI Avellino), Carmine De Meo (CGIL Avellino), ha coordinato il dibattito Floriana Mastandrea (Giornalista e componente Comitato Provinciale dell’ ANPI Avellino).
L’autore del libro, figlio di uno dei fratelli Cervi fucilati nel 1943, parla delle vicende della sua famiglia , “ contadini antifascisti fucilati dai repubblichini a Reggio Emilia, il 28 dicembre 1943, per la loro attività partigiana e decorati di Medaglia d’argento al valore militare, alla memoria “. Si può dire, che è una storia, che parte all’alba di un giorno della fine di dicembre nel poligono di tiro di Reggio Emilia, e a ritroso, ripercorre la storia della famiglia Cervi raccontata nelle 400 pagine del libro da Adelmo Cervi.
Nel suo intervento, il Sindaco Felice Martone, oltre ai suoi saluti e a quelli della comunità castellese agli intervenuti, tra l’altro ha detto : “quello di questa sera è un appuntamento importante dal punto vista storico, politico e sociale. La storia dei fratelli Cervi è storia che ci riguarda è storia della nostra democrazia che forse oggi diamo per scontata. Un grazie sentito a Adelmo Cervi che con la sua testimonianza ci stimola riflessioni necessarie su periodo buio della nostra storia. Ai momenti tragici, che hanno coinvolto la sua famiglia in un periodo in cui lo spirito antifascista di tanti è stato pagato con l’estremo sacrificio della vita. Voglio ricordare in questo contesto , che Castel baronia era colonia di internamento ed abbiamo avuto l’onore di ospitare Eusebio Giambone e la sua famiglia qui confinati. Un forte ricordo, ci è stato tramandato da chi aveva convissuto con loro e ci hanno rievocato la sofferenza di quel tempo , ma al contempo la forza e il coraggio di contrastare la prevaricazione, l’ingiustizia sociale per la ricerca della giustizia e della libertà. La figlia Gisella , da poco scomparsa, dopo quegli anni di confino è tornata due volte qui nel nostro paese. La prima nel 2005 per incontrare gli alunni della scuola elementare e media e nel 2007 per ricevere, la cittadinanza onoraria e presenziare all’intitolazione di una strada del paese alla memoria del padre: via Eusebio Giambone . Oggi, soprattutto per le nuove generazioni, è difficile comprendere, quanto è costato il valore della libertà della democrazia di cui godiamo. Il ricordo, la testimonianza inducono a fermarci, a riflettere su ciò che è stato e attraverso questi sacrifici e la lettura attenta della storia, riusciremo ad essere migliori senza retorica ma guardando in modo cosciente al futuro “.
La vicenda, dei sette fratelli Cervi legata alla resistenza , si inserisce in quel periodo ombroso di guerra civile, tra partigiani e repubblichini, che coinvolse il nord dell’ Italia negli anni 1943 – 1945 e anche dopo. Guerra civile, che storici e autori di libri ne hanno ampiamente scritto, tra i quali Giancarlo Pansa, con il suo saggio “Il sangue dei vinti“.