di Antonio Vecchione
Il fine ultimo dell’attività politico – amministrativa è il bene pubblico. Mai come in questo periodo questo principio deve essere osservato. Infatti si sta discutendo da mesi su un servizio fondamentale per i cittadini, la raccolta dei rifiuti, che ha generato un durissimo conflitto non solo tra le varie forze politiche, ma anche tra provincia, comuni e regioni. Eppure la decisione dovrebbe essere semplice: la raccolta dei rifiuti deve essere organizzata in modo da pesare quanto meno possibile sulle tasche dei cittadini. E’ questo il dovere morale dei nostri amministratori, a partire dal nostro territorio. Adolfo Alaia, sulla base di progetti concreti, è convinto che la fusione dei sei comuni finalizzata alla condivisione del servizio raccolta sia il miglior percorso per realizzare notevoli risparmi sui costi delle famiglie. Vincenzo Biancardi boccia questa proposta nella convinzione che affidarsi all’Ato regionale procurerà certamente dei vantaggi. Una diversità di opinioni con toni abbastanza duri, che lacera la pubblica opinione. In mancanza di dati chiari, i cittadini sono smarriti, generando un fiorire spontaneo di una serie di considerazioni popolari, ovviamente senza il sigillo della certezza. A favore del primo progetto coloro che avanzano dubbi sui “carrozzoni politici”, in genere poco efficaci e con il rischio di alimentare privilegi di casta e raccomandazioni. A favore del secondo progetto si prospetta la positività di un eventuale contributo organizzativo – finanziario della Regione o provincia: una forza che potrebbe essere fondamentale. Noi semplici cittadini lamentiamo una grave carenza informativa: nessuno dei due schieramenti ha spiegato le modalità del servizio che intendono organizzare, in particolare a chi affidarlo, i relativi costi, il numero degli addetti e le garanzie che possono offrire alla comunità. Sorge dunque la necessità, anzi l’obbligo da parte dei sindaci di un pubblico incontro nel corso del quale ciascuno possa esporre le informazioni utili per chiarire ai cittadini la bontà della sua scelta. E’ un invito a recuperare il valore ostentato in tutte le campagne elettorali, il dovere della trasparenza. Evitiamo almeno in questa occasione decisioni calate dall’alto, che i cittadini devono subire senza consapevolezza. Dare voce anche ai cittadini farebbe onore ai sindaci e costituirebbe una testimonianza di democrazia concreta.