Tra le varie discipline sportive che uniscono alla perfezione relax, attività fisica e contatto con la natura vi è il trekking. Una passeggiata in montagna che ha preso sempre più piede negli ultimi tempi, e che specie nei percorsi del sud Italia è largamente diffuso e praticato. Vi sono in loco, infatti, numerosi sentieri che si prestano per conformazione territoriale al trekking. Una zona del Meridione italiano che più di altre rispetta queste caratteristiche è l’avellinese. Nell’Irpinia vi sono molti luoghi di altura in cui è possibile praticare trekking: vediamo per tanto insieme quali sono questi posti e cosa occorre sapere in merito anche ai costi.
Prima di andare avanti, alcune piccole precisazioni sul modo di vivere di queste parti.
Niente modernità ma cibo e tradizione: la magia dell’Irpinia
Non si può avviare un percorso di trekking se non si ha ben chiaro che l’Irpinia è una terra profondamente tradizionale. Non ci sono, salvo casi particolari, grandi divertimenti per i giovani – intese come discoteche o locali – ma il tutto è fondato sulla tradizione.
Così come in tutto il Sud, non sono presenti casinò e, quindi, quando si vuol parlare di cose innovative in tal senso come cos’è la strategia roulette 666 probabilmente ci si troverà di fronte un viso molto sorpreso. A meno che la persona non giochi on line.
Quindi, bisogna essere pronti a immergersi in un paesaggio e in una terra che è rimasta tradizionale, accogliendo solo alcuni aspetti della modernità. Basti pensare che ci sono intere aree dove manca la connessione veloce.
Dove andare in montagna ad Avellino?
Partiamo nella nostra rassegna dei luoghi principali per il trekking ad Avellino dal Parco Regionale dei Monti Picentini. Si tratta di un percorso escursionistico per esperti, ma che può essere praticato, se accompagnati da una guida, anche da amatoriali o comunque persone alle prime armi con la suddetta disciplina. L’area alpinistica in questione si trova a circa 1600 metri di altitudine e vanta una lunghezza di quasi 7 chilometri. Di questi la gran parte non è asfaltata ma lastricata del terriccio tipico di montagna, per cui occorre munirsi di scarpe adeguate e bastoni da trekking. Ciò per avere una maggiore aderenza al terreno da percorrere e una sicurezza nella camminata. Oltre il rifugio canadese dei Monti Picentini, sempre nell’avellinese troviamo poi il Campo Maggiore nel Parco Regionale del Partenio. In questo caso la distanza da coprire si riduce quasi della metà, ed anche la conformazione territoriale è maggiormente collinare. Non troviamo più terreno ostico ma decisamente più praticabile con erba bassa e suolo uniforme. L’altitudine si aggira intorno ai 1100 metri, quindi siamo scesi di quota di un bel po’.
Dove si trovano le cascate ad Avellino?
Sempre restando in tema escursionistico, anche le cascate sono elementi naturali che calamitano l’attenzione degli amanti del trekking. Nell’avellinese possiamo individuare diversi elementi naturali di questo tipo, come ad esempio la cascata del Tuorno, appartenente al Parco Regionale dei Monti Picentini. O ancora le cascate di Calabritto, a pochi passi dal centro storico di Avellino. Vi sono poi le cascate di Montella, all’interno della medesima area protetta citata fino ad ora, dall’estensione di circa 69.000 ettari. In quest’ultimo caso, è il fiume Calore che dà origine poi alla bellezza naturale che rovescia giù per diversi metri. Salti acquatici creati da madre natura che in tale area geografica catturano davvero l’occhio ed allietano le passeggiate sportive tipiche del trekking alpino.
Quanto si paga alla Fattoria Rosabella?
Il bioparco conosciuto con il nome Fattoria Rosabella, è una zona naturale davvero piacevole per il relax e attimi indimenticabili da trascorrere in amicizia o in famiglia. Tale esperienza è godibile attraverso un prezzo di ingresso al parco di 7 euro per gli adulti e del ridotto di 5 euro per i bambini. Esso garantisce tutti i servizi possibili, dai tavoli di legno per fare un pasto conviviale, alla struttura che vi sorge all’interno per ospitare un riposo piacevole. Inoltre vi sono sentieri, verde a perdita d’occhio e viali alberati, e come must della casa il percorso libero che conduce alla cascata della Maronnella. Poi vi è il “ponte dello Chianieddro” che comporta circa un’ora, massimo un’ora e mezzo di cammino e 5 euro a persona per l’accompagnamento di una guida specializzata. O ancora vi è la ricerca del tartufo nero, come ulteriore attività rustica da svolgere in questa location naturale sensazionale. Un contatto con l’ambiente circostante che vale la pena vivere, soprattutto se si porta con sé dei bambini. Questi ultimi, infatti, possono scoprire il verde, la flora locale e la fauna, con animali da fattoria non più cosi comuni nelle città. Un ritorno al passato che è sempre interessante, e che restituisce un’idea fedele della tradizione esistenziale di nonni e bisnonni, ad oggi così lontana e sconosciuta.
Come sono le cascate di Montella?
Abbiamo sopra dedicato un paragrafo apposito alle cascate avellinesi, tra le quali abbiamo menzionato anche quelle di Montella. Un flusso d’acqua gelido e terso che sgorga direttamente dal cuore del monte Accellica, con la compartecipazione del fiume Calore. Le cascate in questione sono le meno conosciute tra quelle presenti ad Avellino, ma non per questo meno belle o meritevoli di attenzione.
Come si chiamano le cascate di Montella?
Tra le cascate presenti a Montella, località avellinese, della regione Campania, quindi, troviamo quella della Lavandaia, che è la più rinomata in zona. Posta vicino al santuario del Santissimo Salvatore, risale al I secolo a.C. Poi qualche secolo dopo, è stata resa funzionale ad alimentare un vecchio mulino storico di cui oggi sono presenti solo alcuni resti. Poi c’è la cascata della Maronnella, e quella del Fascio, entrambe di periodo storico più recente, specie la seconda che già dal nome fa evincere il riferimento alle annate fasciste.
Sentieri CAI Avellino: quali sono?
In ultimo, esaminiamo da vicino quelli che sono i sentieri CAI (Club Alpino Italiano) presenti nell’avellinese, e che attraversano le alture dell’Irpinia. Tra questi abbiamo il sentiero degli Dei, il più conosciuto ed amato della Campania, e praticato molto soprattutto dagli sportivi. In generale si tratta di circa 60mila chilometri di sentieri, quelli CAI, che godono del servizio di accompagnamento alla conoscenza e scoperta della natura locale. Ciò per favorire la rivalutazione ambientale e la frequentazione della montagna, sempre meno assidua col passare del tempo, in favore della città e dei tessuti metropolitani. Inoltre tale club alpino consente di conoscere e contribuire alla tutela dei sentieri avellinesi, con manutenzione e pulizia degli stessi. Quindi azioni di impatto positivo sull’ecosistema che ci ospita, per predisporlo alla scoperta di turisti e cittadini locali, per attività sportive, di trekking o semplice relax. Camminate tra la flora di alta quota, dalla quale è possibile scorgere panorami mozzafiato che si riversano poi sul mare limitrofo. Un’esperienza impareggiabile da fare almeno una volta nella vita.