Gli alunni dell’Istituto comprensivo statale “Antonio de Curtis” di Aversa sono stati i protagonisti della 4a tappa di @Scuolasenzabulli2023, la campagna contro i fenomeni di bullismo e cyberbullismo promossa dal Corecom Campania, presieduto da Carola Barbato. Oltre 700 gli alunni che hanno preso parte all’iniziativa, coordinati dalla professoressa Anna Siconolfi, che si è occupata della parte tecnica. Il seminario è stato introdotto da Carmela Del Vecchio, dirigente scolastico dell’I.C. ‘De Curtis’: “Mi auguro che questi messaggi arrivino forti ai nostri alunni e che li stimolino a ragionare con la loro testa prima di porre in essere alcuni comportamenti. Bisogna lavorare soprattutto sulla prevenzione, insegnando loro ad evitare di danneggiare gli altri e a rispettare i compagni. L’educazione ai sentimenti è parte integrante dei nostri programmi didattici nella convinzione che solo così è possibile sconfiggere i fenomeni del bullismo e del cyberbullismo”
Per il Corecom Campania presente la consigliera e avvocato Carolina Persico: “Le linee guida del 2017 riconoscono il ruolo fondamentale dei ragazzi nella prevenzione del bullismo e del cyberbullismo in qualità di testimoni o, se vogliamo, di sentinelle di questi fenomeni. In Italia un ragazzo su due è stato vittima o testimone di un episodio di bullismo o cyberbullismo. Questo dato deve far riflettere molto sull’importanza di tenere alta la guardia. Per questo il Corecom Campania investe nelle campagne di sensibilizzazione negli istituti scolastici, per fornire ai ragazzi le conoscenze opportune ad aiutare le vittime a non rimanere isolate e ad aprirsi con i genitori, gli insegnanti, gli amici. Molti ragazzi ignorano che l’attuale normativa configura questi comportamenti come veri e propri reati con conseguenze molto serie per chi li pone in essere. Per i minori di 14 anni ci può essere l’ammonimento da parte del Questore mentre per chi supera questa età si rientra in quanto previsto dal codice di procedura penale. Ma più che alle pene dobbiamo pensare a prevenire questi fenomeni”.
A rispondere alle domande dei ragazzi Angelo Rega, referente del gruppo di lavoro di psicologia scolastica dell’Ordine degli Psicologi della Regione Campania: “Attraverso la rete tra scuola, famiglie, istituzioni e noi psicologi proviamo a ‘sbullonare’ tutti i contesti dove operano i bulli. Un modo efficace per fornire elementi utili ai ragazzi ad aiutare sé stessi e i loro compagni, imparando a riconoscere i casi e a sapere come comportarsi. Nella nostra esperienza la cosa che molto spesso fa più male alle vittime non sono le azioni violente bensì l’indifferenza dei compagni di classe. Bisogna che i ragazzi conoscano alcuni elementi di fondo: il bullo in genere ha bisogno di costruire un comportamento violento perché lui stesso è vittima di contesti violenti o di profondo degrado; la vittima deve essere aiutata a non isolarsi e a confidarsi con i genitori oppure con gli insegnanti. In molti istituti è attivo lo sportello di psicologia scolastica in grado di offrire assistenza agli studenti ed esiste anche il supporto gratuito dello psicologo per l’infanzia e l’adolescenza per guidare non solo la vittima ma anche la sua famiglia a superare il disagio e le difficoltà”.