Ugo Foà, classe 1928 – napoletano – è uno degli ultimi testimoni delle odiose leggi razziali del 1938. Presso la parrocchia di San Felice in Pincis ha incontrato – lunedì 5 febbraio – una folta rappresentanza di studenti dell’ istituto comprensivo Mercogliano – Guadagni di Cimitile.
L’ iniziativa è stata promossa dalla professoressa Giovanna Auriemma, in qualità di Funzione strumentale dell’ Istituto Comprensivo “Mercogliano-Guadagni” di Cimitile, preposta al rapporto con Enti ed Istituzioni del territorio – in sinergia, come da sempre – con l’amministrazione Comunale di Cimitile, con l’assessore alla Cultura, Anna Mercogliano, ed il sindaco Filomena Balletta.
Un’esperienza di crescita di straordinario valore che ha lasciato un segno indelebile nel cuore e nella mente di tutti i partecipanti. A moderare l’incontro è stato il professor Domenico Della Pietra
La dirigente della Mercogliano – Guadagni, Anna Iossa, ha sottolineato l’obiettivo del progetto finalizzato ad evidenziare il valore educativo della memoria storica e il suo ruolo nel processo di crescita sociale dell’uomo.
Il parroco della chiesa di San Felice in Pincis, don Giovanni De Riggi ha rimarcato il concetto dell’inclusione affinché forme di discriminazione non abbiano a ripetersi anche nella nostra società.
Il giornalista Antonio D’ Ascoli, invece, ha ricordato alcune figure del territorio – come Francesco Vecchione di San Paolo Bel Sito (la cui storia è emersa grazie al lavoro del professor Carmine Piscitelli) e di Luigi Cortile di Nola, che nei rispettivi ruoli di capo di Gabinetto della Questura di Modena e di maresciallo della finanza, contribuirono a salvare tanti ebrei dalla deportazione, a rischio della propria vita.
A portare il suo contributo è stato anche l’onorevole, Annarita Patriarca, che nel ricordare l’orrore della shoah ha anche invitato a declinare nella quotidianità il valore della fratellanza con gesti di vicinanza verso quanti vivono situazioni di marginalità.
Emozionante è stato l’intervento di Ugo Foà che ha ricordato il trauma vissuto il giorno in cui gli venne comunicato che non sarebbe potuto più andare a scuola per effetto delle leggi razziali. La memoria ritorna poi ai giorni della guerra, al riscatto delle “Quattro giornate di Napoli, ed al graduale ritorno alla normalità. Un percorso di parole che oggi procede con la calma del sopravvissuto, anche se sono stati necessari oltre 40 anni per poter condividere con gli altri questi dolorosi momenti. “Per anni – ha concluso Foà – non abbiamo avuto la forza nemmeno di accennare in famiglia quei tragici momenti. Oggi, continuo ad andare nelle scuole per recuperare i giorni che mi hanno sottratto da ragazzino”.