Nella giornata scorsa del Primo Maggio, questa volta a Napoli, si è registrata l’ennesima aggressione alle donne ed agli uomini in divisa, divenuti oramai il bersaglio principale di chi, indisturbato, continua a porre in essere atti di violenza del tutto in contrasto con gli ideali professati, restando talvolta impunito. Senza voler in questa sede entrare nel merito delle vicende e questioni politiche, è possibile, anche per i non addetti ai lavori, poter rilevare come qualsivoglia occasione sia di recente divenuta il pretesto per scagliarsi contro la Polizia di Stato.
Il che rischia seriamente di spianare la strada ad un epilogo drammatico di un sistema democratico, rappresentando altresì un paradosso istituzionale specie in questo momento storico, ove, in particolare gli operatori dei Reparti Mobili, hanno raggiunto livelli di professionalità elevatissimi, rispetto anche alle forze di Polizia di altri paesi.
Tuttavia, i protocolli operativi che dovrebbero garantire, in primis, la sicurezza dei cittadini e degli stessi operatori, nonché, spesse volte, le stesse leggi a presidio della stessa democrazia e delle situazioni, diventano derogabili a vantaggio di ragioni probabilmente di natura più demagogica che democratica.
Ad ogni modo, come Sindacato di Polizia, chiediamo agli “alti esperti” e “responsabili” del settore indicazioni precise per gli operatori impiegati quotidianamente su strada, anche a costo di valutare un imminente progetto di totale riforma della gestione dell’Ordine Pubblico, che possa rispondere in maniera più efficace al momento sociale e politico, facendo nel contempo chiarezza sulle c.d. regole di ingaggio dei Reparti Mobili. La Polizia di Stato, assieme alle altre Forze di Polizia, non può continuare ad essere il solito capro espiatorio e la valvola di sfogo di facinorosi.