Nella nostra ricerca delle bellezze nascoste del territorio del Parco del Partenio, la nostra attenzione si rivolge alla Grotta degli Sportiglioni, una delle più importanti grotte di Avella, visitabile solo con le dovute precauzioni ed esperienza.
Nel 1888, Francesco Guerriero descrisse questa grotta nel suo libro su Avella con le seguenti parole:
“A due miglia, o giù di lì, ad Oriente, alle falde di un monte, in una caverna, detta la Grotta degli Sportiglioni, è notevolissimo un fenomeno, degno di fermare l’attenzione dei naturalisti. Dai fessi della caverna, lunga un quarto di miglio, gocciola un’acqua, cotanto satura di carbonato di calce, che tosto, congelandosi, forma stalattite della durezza e trasparenza di un cristallo, coi quali potrebbero farsi dei bei lavori; ma, acqua in bocca, per non dire qualche eresia, e lasciamo fare a chi se ne intende.”
La descrizione è fornita nel capitolo “Aria di monti”, dove si descrivono le più importanti località della valle, continuando subito dopo con il Fusaro, punto di partenza e arrivo del nostro gruppo il 17 dicembre:
“A mezza strada, oltre i mulini, frequentatissimi, perché animati dalle acque del fiume Clanio, c’è il Fusaro, ove, un tempo, in ampie vasche, si faceva maturare gran quantità di canape, con quanta igiene della vicina città, lo si lascia immaginare. Ora è un luogo solitario, e sulle acque, rare ed inerti, delle vasche, galleggiano chiazze giallastre di putredine e certe foglie rossigne di cuoio si stendono in greggia, presso gli orli erbosi. Sulla vecchia pietra, i muschi ed i licheni fanno come un manto tigrato; alla base, le borraccine si allungano in verdi filamenti.”
Si dice che, una volta dentro la grotta, le batterie si esauriscano in pochi secondi lasciando i visitatori al buio. A Antonio Lazzari si deve la prima descrizione scientifica della grotta, in cui si allega il suo lavoro sui collegamenti tra tettonica e morfologia, particolarmente evidenti nella zona del Ciesco Alto e Tuppo Alto, tanto cari agli avellani. Antonio Lazzari, geologo e naturalista, è stato docente presso l’Ateneo Napoletano ed è considerato uno dei padri della ricerca petrolifera in Italia meridionale e nei Balcani. È stato anche uno dei fondatori, nel 1955, del Gruppo Speleologico Salentino – ente morale.
La Grotta degli Sportiglioni è un sito da preservare. Vi è un ecosistema delicato, inclusa una colonia di pipistrelli molto sensibili. Noi di Binews siamo arrivati fino a pochi metri dal suo ingresso ma, per motivi precauzionali, abbiamo dovuto desistere, non essendo adeguatamente attrezzati con misure di sicurezza. Ma si tratta solo di un rinvio: siamo pronti ad entrare e a mostrarvela come nessun altro.