Il perito incaricato dal Tribunale di Terni ha esaminato diversi aspetti del sinistro stradale avvenuto nell’agosto del 2017, in cui perse la vita lo chef Raffaele Casale mentre era alla guida della sua moto. Tra i fattori analizzati ci sono l’illuminazione pubblica, la pista ciclabile e la presenza di aghi di pino sulla carreggiata. Il perito ha riscontrato che l’illuminazione era “insufficiente” a causa del numero esiguo di pali e delle voluminose fronde degli alberi che creavano zone d’ombra. Tuttavia, ha concluso che queste carenze non avevano un nesso causale diretto con l’incidente, attribuendo la responsabilità principalmente alla velocità e alla condotta del motociclista, Raffaele Casale.
Per quanto riguarda la pista ciclabile, il perito ha evidenziato la sua non conformità alle normative di riferimento. Nonostante queste criticità, ha ritenuto che non vi fosse un legame causale diretto con il sinistro. La velocità del motociclo, calcolata intorno ai 90 km/h, e la presenza di aghi di pino, che potevano aver compromesso l’aderenza e l’azione frenante del veicolo, sono stati considerati i principali fattori che hanno contribuito all’incidente.
Il perito ha confermato che la presenza di aghi di pino sulla strada poteva aver influito sulla sicurezza del motociclo durante la curva e in fase di frenata. Le tracce sull’asfalto suggerivano che la curva era stata percorsa a una velocità prossima al limite di aderenza e che la presenza degli aghi di pino aveva contribuito a ridurre il coefficiente di attrito.
Durante l’udienza di escussione del perito, è emerso che le operazioni di pulizia della strada erano state effettuate tra le 6:00 e le 6:30, ma non era possibile confermare se tali operazioni erano avvenute prima del sinistro. Le fotografie, scattate alcune ore dopo l’incidente, hanno documentato la presenza di aghi di pino, ma non è stato possibile stabilire con certezza l’orario della loro rimozione.
Alla luce di queste evidenze, l’Ufficio di Procura aveva inizialmente richiesto l’archiviazione del procedimento per la maggior parte degli indagati, ritenendo che le criticità relative all’illuminazione, alla segnaletica e alla pista ciclabile non fossero causalmente legate all’incidente. La richiesta di archiviazione si fondava sulla considerazione che la velocità e la condotta del motociclista erano i fattori determinanti.
Tuttavia, dopo l’ennesima opposizione alla richiesta di archiviazione da parte dei difensori delle persone offese, è giunta la decisione di imputare alcuni dei soggetti coinvolti. I difensori avevano contestato la decisione di archiviazione, sollecitando ulteriori approfondimenti e sollevando nuovamente la questione della presenza di aghi di pino sulla strada.
Il giudice, dopo aver esaminato attentamente tutte le prove e le richieste delle parti, ha deciso di accogliere la richiesta di archiviazione per gli indagati DE FEO Isabella, CUOCCI Martorano Leonardo e DI DONNA Giovanni. Tuttavia, ha ordinato la formulazione di un’imputazione coatta per PATRUNO Francesco e GUADAGNOLO Alessandro per i reati previsti dagli artt. 113 e 589 bis c.p., relativi alla gestione della pulizia della strada e alle relative omissioni.
La decisione finale, che prevede l’archiviazione di alcune posizioni e l’imputazione per altre, riflette un’analisi approfondita delle responsabilità e delle condizioni che hanno contribuito al sinistro. Sottolinea l’importanza di considerare sia le problematiche infrastrutturali che la condotta degli individui coinvolti.