Riflessioni e pensieri di Salvatore Guerriero, Presidente Nazionale ed Internazionale della CONFEDERAZIONE DELLE IMPRESE NEL MONDO e GRANDI IMPRESE INTERNATIONAL
Viviamo in un’epoca di transizione, un passaggio storico che ci sta portando dalla città murata, quella che per secoli ha definito il nostro concetto di spazio urbano, alla città di Telepolis, una realtà virtuale e globale che sfida ogni definizione tradizionale. Questo cambiamento, descritto profeticamente da Vasco di San Sebastián nel suo saggio “Telepolis. La nuova città telematica”, è ora sotto i nostri occhi. Siamo immersi in una fase di travaso, in cui le mura che delimitavano le nostre città fisiche si stanno dissolvendo, sostituite da reti invisibili di comunicazione che abbracciano il mondo intero.
Telepolis è una città senza confini, un luogo in cui le vecchie barriere spaziali sono state superate dalla connettività. Non è più necessario recarsi fisicamente in un luogo per partecipare alla vita sociale, economica o culturale. Oggi tutto avviene telematicamente, attraverso i social media, le immagini, la televisione, i telefoni cellulari. Questi strumenti hanno trasformato la nostra vita quotidiana, rendendo ogni aspetto della nostra esistenza interconnesso e globale.
La città virtuale di Telepolis è una realtà che non ha limiti geografici. Non ha mura, non ha barriere. È un flusso continuo di informazioni e di interazioni che attraversa continenti e culture senza alcuna resistenza. Qui, il privato diventa pubblico su scala globale: ciò che condividiamo sui social media, le immagini che postiamo, i pensieri che esprimiamo, tutto si diffonde istantaneamente in ogni angolo del mondo.
Questa nuova dimensione urbana sta cambiando radicalmente il nostro modo di vivere e di percepire il mondo. Nella città murata, l’individuo era separato dagli altri da confini fisici, ma in Telepolis siamo costantemente connessi, esposti e visibili. La casa, un tempo rifugio intimo e privato, è ora il fulcro dell’attività economica e sociale. Qui si producono non solo beni materiali, ma anche nuove forme di capitale come l’audience e il consenso, le vere risorse della nostra epoca.
Tuttavia, questa transizione porta con sé anche nuove sfide. La mancanza di confini fisici e di barriere protettive può creare una sensazione di vulnerabilità e di perdita di controllo. Nella città di Telepolis, il controllo della nostra immagine e delle nostre informazioni diventa un compito arduo. La nostra vita privata è sempre più esposta, con il rischio che le nostre azioni e pensieri siano manipolati o utilizzati per fini che sfuggono al nostro controllo.
Siamo già dentro Telepolis, e il processo di transizione è inarrestabile. Dobbiamo imparare a navigare in questa nuova città virtuale, a comprenderne le dinamiche e a difendere i nostri spazi personali in un mondo che non conosce più confini. La sfida del futuro sarà quella di trovare un equilibrio tra la libertà offerta dalla connettività globale e la necessità di preservare la nostra individualità e la nostra privacy.
In conclusione, il mondo sta cambiando e noi con esso. La città di Telepolis è già una realtà, e siamo chiamati ad adattarci a questa nuova dimensione, dove il confine tra pubblico e privato, tra reale e virtuale, è sempre più sfumato. Sta a noi decidere come vivere in questa città senza muri, come costruire la nostra identità in un mondo che è contemporaneamente ovunque e da nessuna parte.