Le riflessioni e le opinioni di Salvatore Guerriero, Presidente Nazionale ed Internazionale della CONFEDERAZIONE DELLE IMPRESE NEL MONDO e GRANDI IMPRESE INTERNATIONAL
In Italia, il crollo degli artigiani è un fenomeno preoccupante, spesso ignorato ma con conseguenze già tangibili. Mentre aumenta il numero di professionisti laureati, come avvocati, gli artigiani — essenziali per la manutenzione quotidiana — si riducono drasticamente. Questa crisi evidenzia un grave disallineamento tra la formazione scolastica e le esigenze del mercato del lavoro. La perdita di competenze tecniche non solo minaccia l’economia locale, ma impoverisce anche il tessuto sociale e culturale del Paese.
Il declino delle botteghe artigiane non è solo un problema economico, ma sociale. Le botteghe, che una volta rappresentavano il cuore delle comunità, stanno scomparendo, lasciando intere zone urbane deserte e insicure. Il vuoto lasciato da queste chiusure contribuisce all’isolamento degli anziani e alla perdita di identità delle città, sempre più grigie e spersonalizzate.
Le cause di questa crisi sono molteplici: dallo scarso ricambio generazionale, all’aumento dei costi di gestione, fino alla concorrenza della grande distribuzione e dell’e-commerce. Tuttavia, una parte della responsabilità ricade anche su un orientamento scolastico inadeguato e una svalutazione culturale del lavoro manuale, che ha allontanato i giovani dal settore artigiano.
È urgente una risposta collettiva che coinvolga istituzioni, scuole e comunità, per valorizzare l’artigianato e ridare dignità alle professioni manuali. Solo così potremo preservare le competenze tecniche che costituiscono il vero motore dell’eccellenza italiana e mantenere vivo il tessuto sociale delle nostre città.