Riflessioni, pensieri ed opinioni di Salvatore Guerriero, Presidente Nazionale ed Internazionale della CONFEDERAZIONE DELLE IMPRESE NEL MONDO e GRANDI IMPRESE INTERNATIONAL
Apple sta tracciando una nuova rotta, trasferendo parte della produzione dei suoi iPhone Pro dall’ormai tradizionale Cina all’India. Questo cambiamento riflette non solo una necessità di diversificare la catena di approvvigionamento, ma anche un adattamento alle nuove dinamiche globali. Paesi come India, Vietnam e Indonesia stanno emergendo come nuovi poli industriali grazie a costi di produzione più bassi, un ambiente accogliente per gli investimenti stranieri, e una diffusione capillare della lingua inglese.
La decisione di ridurre la dipendenza dalla Cina non è solo una questione economica, ma anche geopolitica. Le tensioni tra Stati Uniti e Cina spingono le multinazionali, Apple in primis, a cercare alternative più sicure e stabili. Attualmente, circa il 95% della produzione di Apple avviene in Cina, ma la tendenza è chiara: il futuro della produzione globale si sta spostando verso est.
Questo fenomeno non si limita ad Apple. Il mondo occidentale, compresa l’Europa, sta riorientando le sue strategie, riconoscendo che l’Asia non è più solo un mercato emergente, ma una realtà consolidata, destinata a giocare un ruolo centrale nell’economia globale. Il vecchio adagio “ogni mondo è paese” acquista oggi un nuovo significato, suggerendo che la globalizzazione non è solo un fenomeno economico, ma anche culturale e geopolitico.
In sintesi, Apple non sta solo cercando di ridurre i rischi e i costi, ma sta anticipando un cambiamento più ampio che vedrà l’Asia diventare il nuovo fulcro della produzione mondiale. Questa evoluzione continuerà a plasmare l’economia globale nei prossimi anni, spingendo altre multinazionali a seguire la stessa strada.