Il Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) della Campania ha bocciato la decisione della Regione Campania riguardante la preapertura della stagione venatoria. Con un decreto del presidente della terza sezione, il TAR ha accolto l’istanza cautelare presentata da diverse associazioni ambientaliste, tra cui Lipu, WWF e LAV, rappresentate dall’avvocato Maurizio Balletta. L’istanza chiedeva la sospensione della delibera regionale del 31 luglio 2024, che approvava il calendario venatorio, consentendo ai cacciatori di sparare già nei giorni 1, 4, 7, 8 e 11 settembre a determinate specie, come cornacchia, gazza ladra, ghiandaia e colombaccio. Inoltre, la delibera anticipava l’apertura al 15 settembre per la caccia ordinaria a quaglie, fagiani e porciglioni, nonostante le raccomandazioni contrarie dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA).
Il decreto cautelare del TAR evidenzia come queste previsioni siano in contrasto con i pareri obbligatori dell’ISPRA e del Comitato Tecnico Faunistico Venatorio Nazionale, i quali avevano indicato la necessità di posticipare l’apertura della caccia al 2 ottobre per tutte le specie, fatta eccezione per i cornidi, il colombaccio e gli ungulati. Inoltre, era stata sottolineata l’importanza di diversificare le date di inizio del prelievo venatorio per le varie specie, in modo da rispettare il periodo di riproduzione protetto e tenere conto delle misure di conservazione delle specie, previste dal piano di gestione europea.
Il TAR ha criticato la Regione Campania per non aver fornito una motivazione adeguata per il mancato adeguamento alle indicazioni dell’ISPRA e per aver adottato una diversa tempistica, che risulta in contrasto con le raccomandazioni degli esperti in materia di fauna selvatica. Questa decisione rappresenta un ulteriore segnale della necessità di un’attenta gestione delle risorse faunistiche, rispettando le indicazioni scientifiche per la tutela degli ecosistemi e delle specie protette.